"Uccidetemi con una pallottola in testa e portatemi morto a Zenten". Con queste parole Saif al Islam, ultimo dei figli dell'ex rais, si è rivolto ai componenti della brigata che l'hanno catturato nel sud della Libia. A raccontarlo è Al Ajmi al Atiri, capo della brigata di Zenten che ha fermato il fuggitivo "senza spargimento di sangue". "E' stato arrestato nel deserto", afferma Al Ajmi al Atiri descrivendo Saif come "spaventato" alla cattura.
"Abbiamo avuto delle informazioni riguardo Saif - prosegue la stessa fonte - che ci ha assicurato che lui aveva intenzione di riparare in Niger. Siamo partiti con due gruppi, uno da Zenten e l'altro da Barguen nel sud. Abbiamo preparato un'imboscata e atteso il loro arrivo". Il responsabile della brigata precisa di avere fermato una vettura con a bordo sei persone tra le quali "anche Saif" e che, dopo una "leggera resistenza", la vettura è stata fermata e tutte le persone a bordo sono stati arrestate.
Voleva essere ucciso sul posto
Stando al racconto di al Atiri i prigionieri sono stati poi trasferiti nel quartier generale del gruppo a Ubari, dove sono stati guardati a vista per tutta la notte. "Visto che la situazione non era completamente sicura, si è deciso allora di chiamare l'aviazione civile e di trasferire Saif a Zenten", a 170 km a sud-ovest di Tripoli. "Contrariamente a quanto dichiarato da alcuni media, non ci ha offerto del denaro, ma ci ha solo chiesto di sparagli un colpo alla testa e di portarlo morto a Zenten", continua la stessa fonte riportando quanto detto dallo stesso Saif al momento del suo arresto.
In un attacco della Nato ha perso tre dita
"Ha raccontato di essere rimasto ferito durante un bombardamento della Nato, aveva infatti tre dita mozzate", continua la fonte, mentre secondo alcuni capi militari delle nuove autorità libiche, il figlio dell'ex rais libico è rimasto ferito nel bombardamento del suo convoglio mentre stava abbandonando Bani Walid dopo la caduta della roccaforte filo-gheddafiana a metà ottobre.
"Una volta atterrato l'aereo a Zenten, una folla di combattenti e di curiosi si è assemblata davanti l'aereo per filmare o fotografare Saif. Lui è apparso davanti a tutti, in buona salute, malgrado le ferite alla mano, senza alcuna espressione negli occhi, con la barba color sale e pepe, un turbante sulla testa e abbigliato con un lungo mantello marrone", riferiscono alcuni testimoni.
"Adesso si trova in un luogo di sicurezza - precisa il capo della brigata Al Ajmi al Atiri, aggiungendo che il suo gruppo non aveva come obiettivo la cattura di Saif, ma mantenere la sicurezza nel triangolo fra il Ciad e il Niger e l'Algeria. Il premier libico da parte sua assicura che il prigioniero si trova "sotto il controllo dei combattenti di Zenten" che l'hanno catturato.