Chiusa, con successo, la prima raccolta fondi organizzata dalle amiche della madre, ne è spuntata una seconda, non autorizzata dalla famiglia di Carlo Panizzo, il bimbo di 6 anni morto annegato in mare a Cavallino, nel Veneziano. "E' una truffa, non esiste alcuna raccolta fondi autorizzata per sostenere la famiglia - afferma il padre Fabio a Il Gazzettino. - E' ignobile speculare sul nostro dolore".
© Vigili del Fuoco
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La finta raccolta fondi in memoria del piccolo Carlo -
Chiusa da tempo la raccolta fondi ufficiale organizzata dalle amiche della mamma del piccolo Carlo, nei giorni scorsi sono apparse su piattaforme online iniziative come: "Un pensiero per Carlo Panizzo", che punta a raggiungere 26mila euro. Una richiesta di denaro accompagnata dalla foto del bambino e dall'immagine della catena umana formatasi a Cavallino-Treporti quel tragico 11 agosto, gesto di solidarietà collettiva che voleva provare a salvare il piccolo ma che ora viene strumentalizzato per scopi illeciti.
A promuoverla sarebbe un certo Marco Rossi, residente a Roma, un nome che potrebbe essere fittizio. Su di lui indagherà, comunque, la polizia postale, dietro denuncia dello stesso Fabio Panizzo.
Il padre ha lanciato anche un appello su Antenna 3: "Invito tutti a non aderire a quella raccolta o ad altre raccolte che dovessero essere lanciate, si tratta di una frode". Concludendo: "Non trovo nemmeno le parole per commentare il gesto di queste persone che speculano sul dolore e usano la morte di un bambino per fare soldi".