Raz Degan: "Ecco come sono cambiato in questi 25 anni"
L'attore presenta a Tgcom24 il nuovo short-film “True Stories”
Sono passati 25 anni da quando con il famoso slogan "Sono fatti miei" Raz Degan faceva impazzire l'Italia. Era il 1995 e un giovane modello diventava una icona grazie allo spot di Jägermeister. Raz è più maturo e sofisticato e torna sul luogo del delitto con uno short-film, “True Stories”, ideato, creato e tradotto da lui stesso. Un corto in cui racconta come in questi anni sia riuscito a “manifestare” i propri sogni. "Sono la cosa più preziosa che abbiamo", sottolienea a Tgcom24.
Raz Degan, eccolo 25 anni dopo "Sono fatti miei"
Raz è vero che cominciato tutto per caso?
Dopo il militare sono andato in America, inseguivo il mio sogno e New York rappresentava il massimo. Un giorno da da Parigi mi è arrivata una chiamata per un provino, però alla dogana mi fermarono per ore e arrivai in super ritardo all'appuntamento. Faceva freddo e pioveva, avevo tutti i capelli bagnati. Mi presero...
Uno spot che ti ha cambiato la vita...
Sono stato molto fortunato. Grazie a Jägermeister ho aperto un filone che non si è mai interrotto. Inseguivo un sogno e l'ho realizzato. Col tempo mi sono reso conto che nella vita non c'è mai un punto di arrivo. Noi possiamo sognare, la cosa più bella dei sogni è quando diventano ricordi. E' bello realizzare il proprio sogno, come quello di un giovane anonimo come lo ero io.
Oggi torni sul luogo del delitto, come è nato il progetto?
Ho incontrato i signori di Jägermeister per caso al Festival del Cinema di Venezia e ho proposto il mio progetto. E' un breve documentario in cui racconto come sono riuscito a manifestare i miei sogni, grazie anche a quello spot fortunato.
Quando ti sei accorto di essere diventato famoso?
Sono stato l'ultimo a saperlo. Negli anni Novanta non c'erano i telefonini o i social. Quando mi hanno detto che dovevo tornare in Italia mi sono trovato all'improvviso a vivere la vita di una star senza parlare la lingua, senza capire la storia, era tutto tradotto. Quella esperienza mi ha dato così tanto e mi ha permesso di vivere la follia che cercavo.
Come sei cambiato?
Non mi piace ricordare il passato, preferisco celebrare il futuro. Ti dico solo che a un certo punto ho capito che tutta questa fama era vuota di contenuti. E mi ha fatto fare il viaggio più importante della vita, quello interiore. Non me ne frega più niente di mostrami. Sono maestro di yoga. Mi preoccupo per le cose importanti, viviamo un momento drammatico, tra effetti climatici, guerre, immigrazione...
Come nasce questo short-film “True Stories”?
Ho girato 25 anni questa pellicola ma non sapevo come montarla. L'ho archiviata, lasciandola inedita. Solo ora sono riuscito a capire l'essenza di questa ricerca. In 4 minuti è difficile riassumere tutto... Difficilissimo. E' un film che vuole ricordare che i sogni sono le cose più preziose che hai. Dobbiamo continuare a crescere e cambiare.
Ti piacerebbe un film vero, tutto tuo?
Sto pensando a una autobiografia. Ho tanto materiale, ho sempre girato con cinepresa a mano, ho più di 400 ore di girato. ho viaggiato tanto. Prima o poi lo farò.
Prima erano “solo fatti tuoi”, oggi quel è il tuo motto?
Continuare a credere nei sogni.
I social come li vivi?
Servono per creare una rivoluzione, sono uno strumento di potere, ma la mia vita personale la lascio lontana. E poi ci sono così tanti falsi profeti...
Tu viaggi tanto, ma sempre in modo non convenzionale...
Il mio viaggio è camminare in sentieri non battuti, infatti settimana prossima vado in Niger... il Paese più povero del mondo, vado per una missione umanitaria dell'UNHCR.
Come fai ad essere sempre così bello?
Mangio tanta insalata (ride, ndr). Il tempo è relativo l'età la facciamo noi, i numeri non sono nient'altro che il giro dei pianeti intorno al sole. Noi siamo l'universo, noi possiamo creare il nostro universo.
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