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Caserta, studentessa dona il midollo osseo a un bimbo malato: aveva provato ad aiutare anche il piccolo Alex

"Non è stato facile" - racconta Giulia - "Ma ho messo le mie preoccupazioni in secondo piano perché stavo salvando una vita"

Un piccolo miracolo che scalda il cuore. Giulia, una giovane universitaria di Caserta, ha salvato la vita a un bambino malato donandogli il midollo spinale. Nell’ottobre 2018, la ragazza aveva partecipato al test medico di Admo (Associazione Donatori di Midollo Osseo) per cercare di aiutare Alex, il bimbo di diciotto mesi che, a causa di una malattia rara, aveva bisogno di un trapianto urgente. Dopo il test eseguito sul midollo di Giulia, si è scoperto che la ragazza non era compatibile con Alex, ma che poteva aiutare un altro piccolo paziente. 

Il racconto di Giulia - La giovane racconta la vicenda con un toccante post su Facebook: un anno fa l'iscrizione al registro nazionale dei donatori di midollo e il test, grazie alla campagna di sensibilizzazione di Admo. Poi, diversi mesi dopo, una sorpresa inaspettata. “A maggio 2019, ho riceuto una telefonata dal Policlinico di Napoli. Mi hanno comunicato che ero compatibile con un paziente bisognoso di un trapianto”, scrive.
Emozionata e preoccupata allo stesso tempo, Giulia si è quindi sottoposta a una lunghissima serie di analisi di routine: “È iniziato così il mio percorso. Ho fatto più di cinquanta prelievi ed esami di ogni tipo: ecografie, rx e diversi prelievi almeno una volta alla settimana”.
“Non è stato facile”, ha ammesso. “Ma le mie preoccupazioni sono passate in secondo piano grazie a tutta l’équipe di medici che mi ha seguita fin dall’inizio: mi ripetevano che, con l’atto più nobile che si possa fare, avrei donato una nuova vita”.
Una grandissima emozione anche per il papà di Giulia, Gianfranco, che ha detto a Casertanews: “Dopo quello che ha fatto oggi, sarà molto difficile che mia figlia mi possa rendere più orgoglioso di come sono ora".
Insieme al racconto della vicenda, la ragazza ha condiviso su Facebook anche una sua foto nel letto d’ospedale, dove fa un gesto di vittoria con la mano. “Io non so chi tu sia, non so dove sei, non so come sono fatti i tuoi occhi”, scrive, rivolgendosi direttamente al piccolo paziente. “Ma ti auguro tutto il meglio che possa offrirti questa ‘nuova vita’. Ti auguro di vivere ogni tipo di emozione, che, insieme a te, vivrò anche io”. 

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