Non c’è niente da fare: il ritorno all’ora solare è il segno che stiamo per piombare nell’oscurità dell’inverno. Le lancette dell’orologio sono tornate indietro di un’ora alle 3 della notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre. Guadagniamo un’ora di sonno, ma diventerà buio più presto. Il passaggio non è privo di effetti sul nostro organismo e può provocare qualche disturbo: chi soffre particolarmente per questa sorta di jet lag sarà contento del fatto che il Parlamento europeo nel marzo scorso ha votato a favore dell'abolizione del cambio orario stagionale. L’ora solare resterà in vigore fino al 29 marzo 2020, poi, nel corso dell'anno successivo, tutto dipenderà dalla decisione di ciascun Stato membro dell'Ue.
Secondo quanto stabilito dal Parlamento Ue, i Paesi che decidono di mantenere l'ora legale dovrebbero regolare gli orologi per l'ultima volta l'ultima domenica di marzo 2021, mentre quelli che preferiscono mantenere l'ora solare dovrebbero spostare gli orologi per l'ultima volta l'ultima domenica di ottobre 2021.
In effetti lo spostamento delle lancette dell’orologio può creare qualche difficoltà, soprattutto nei soggetti più sensibili, e far insorgere qualche problema di adattamento. Come spiega Vincenza Castronovo, psicologa e psicoterapeuta esperta in medicina del sonno presso il Centro di Medicina del Sonno dell’Ospedale San Raffaele di Milano, “molti fanno fatica ad abituarsi rapidamente al cambio. Sebbene lo spostamento delle lancette sia soltanto di un`ora e quindi si tratti apparentemente di un cambiamento minimo, di fatto, il fisico delle persone impiega alcuni giorni a questo adattamento, mediamente una settimana”. Tutto dipende, spiega Castronovo, dal nostro orologio biologico, legato ai ritmi circadiani, i quali si trovano in difficoltà quando avvengono cambiamenti improvvisi come quelli provocati dal passaggio dall’ora estiva a quella invernale.
I sintomi e i malesseri più comuni causati dal cambio sono stanchezza, irritabilità, perdita di concentrazione e produttività sul lavoro, nausea e inappetenza. Si tratta comunque di disagi che non richiedono l’assunzione di farmaci: può essere utile, invece, mettere in atto qualche contro-misura per alleviare i disturbi già dai giorni precedenti il cambio orario. Ad esempio, con il ritorno all’ora solare, non occorre intervenire sul momento del risveglio, visto che con le lancette indietro dormiremo un’ora di più, ma possiamo posticipare gradualmente di un quarto d’ora gli orari dei pasti e il momento di andare a dormire.
Nei giorni successivi allo spostamento delle lancette dell’orologio, invece, può essere utile fare un po’ di movimento nella seconda parte della giornata, ma non la sera dopo cena, e cercare di trascorrere più tempo possibile all’aria aperta per esporsi alla luce diurna. In casa, invece, possiamo cercare di migliorare l’illuminazione degli ambienti con la luce artificiale, per far capire al nostro organismo che ancora non è ora di andare a dormire. Meglio non cedere alla sonnolenza dei primi giorni e non anticipare troppo il momento di andare a letto per evitare un risveglio troppo di buon’ora il mattino successivo.
Il ritorno all’ora solare può essere un buon momento per cominciare ad acquisire alcune buone abitudini legate al ritmo del sonno. Le norme basilari di igiene del riposo sono note: non assumere sostanze stimolanti specie nel pomeriggio, evitare di esporsi a luci artificiali intense a letto, cercare di non addormentarsi in luoghi diversi dal letto o non utilizzare il letto per usi diversi dal riposo, dormire in una stanza correttamente oscurata e alla giusta temperatura. Può essere utile anche curare l’alimentazione serale ed evitare, nelle tre ore che precedono il riposo, le sorgenti di luce blu come tablet e cellulari, e l’attività fisica intensa.