"Se la Turchia non lo impedisse, proteggendo i confini Ue, centinaia di migliaia di migranti e rifugiati entrerebbero nel territorio europeo". Lo ha detto il portavoce dell'Akp del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, Omer Celik, nel giorno in cui il Parlamento europeo chiede sanzioni contro Ankara. "L'esercito turco non si ritirerà dal nord-est della Siria finché la stabilità e la sicurezza non saranno garantite", ha sottolineando Celik.
Il ministero della Difesa di Ankara, in una nota, ha precisato che la Turchia "continua a lavorare" con le autorità russe riguardo l'esecuzione dell'accordo di Sochi tra i presidenti Erdogan e Putin sull'evacuazione delle milizie curde dal nord della Siria. Nel frattempo, si legge, l'esercito turco ha iniziato le attività di aiuti umanitari alla popolazione e di messa in sicurezza delle aree passate sotto il suo controllo in Siria. "Finora 40 mine e 227 ordigni artigianali sono stati distrutti per facilitare il ritorno dei residenti", sostiene Ankara.
La condanna del Parlamento europeo - Intanto a Strasburgo il Parlamento europeo ha condannato fermamente l'intervento militare turco in Siria e ha chiesto ad Ankara di ritirare tutte le forze dal territorio siriano. Nella risoluzione non legislativa approvata per alzata di mano, i deputati esprimono la propria solidarietà al popolo curdo, respingono con fermezza la proposta della Turchia di istituire una "zona di sicurezza" e invitano il Consiglio Ue a introdurre una serie di sanzioni e di divieti mirati.