LA GRANDE DEPRESSIONE

Crisi del '29, a novant'anni dal Giovedì nero che affossò Wall Street

Il 24 ottobre 1929 il New York Stock Exchange comincia a precipitare, finendo col collassare definitivamente il 29 ottobre, nel Martedì nero. Da allora cominciò uno dei periodi più bui dell'economia mondiale

La Grande Depressione, la Crisi del '29, il Crollo di Wall Street, la Grande Crisi, il Giovedì nero: quando un evento passa alla storia e viene ricordato con più di un nome, vuol dire che ha segnato profondamente i destini del mondo. E quello del 24 ottobre 1929 fu un crollo indimenticabile che aprì la strada a uno dei periodi più bui dell'economia mondiale: la crisi e il successivo crack del New York Stock Exchange alla Borsa di New York.

A novant'anni di distanza è ancora vivo il ricordo (e la paura) anche del Martedì nero (il successivo 29 ottobre, quando avvenne il crack definitivo della borsa valori). Il Giovedì nero mise fine alla crescita dei Ruggenti Anni Venti. Nonostante gli avvertimenti di alcuni economisti, molti ritenevano che la corsa dell'economia e di Wall Street potesse durare all'infinito. D'altronde solo il mese precedente i listini americani avevano aggiornato i loro record storici, con il Dow Jones volato a 381,17 punti il 3 settembre.

Poi il 24 ottobre si assistette il grande crollo: sulla scia del tonfo del London Stock Exchange, Wall Street aprì subito in calo dell'11%. A pesare era il comportamento degli speculatori che in Europa avevano iniziato a realizzare come i prezzi fossero troppo alti e la produzione iniziasse ad indebolirsi. Nel tentativo di fermare il crollo un piccolo gruppo di "maghetti della finanza", inclusi i numeri uno di Morgan Bank e Chase National Bank, si accordarono per un'iniezione di liquidità sul mercato per cercare di sostenerlo, in uno sforzo simile a quello profuso nel 1907. La misura funzionò, almeno in termini di contenimento delle perdite: Wall Street chiuse in calo del 6%. Il giorno successivo, venerdì, i listini rassicurati chiusero in rialzo.

Si trattò però solo di un fuoco di paglia. Lunedì 26 ottobre 1929 i mercati erano di nuovi in caduta libera. E il lunedì nero diede seguito a un martedì nero, con un panico incontrollato che spazzò via, in poche ore, migliaia di investitori mandando in fumo miliardi di dollari. Più di 16 milioni di azioni passarono di mano: il Dow Jones perse il 12%. I giganti dell'industria finanziaria scesero nuovamente in campo ma, nonostante i significativi acquisti di titoli da parte della famiglia Rockefeller e di altri big, Wall Street registrò il crollo maggiore della sua storia.

Da lì si aprì la Grande Depressione degli Anni Trenta: una recessione che ha devastato l'intera economia bruciando 15 milioni di posti di lavoro, con un tasso di disoccupazione che toccò il 30%, facendo il sistema finanziario. Nel 1933 quasi la metà delle banche americane era fallita. Una paura che, da allora, non ha mai più abbandonato gli investitori e l'economia. La crisi del 2008 lo ha ribadito, quella europea del 2012 lo ha confermato. E ora si teme che i centinaia di miliardi di dollari iniettati dalle banche centrali possano creare una nuova bolla e una nuova crisi finanziaria.