Crisi, S&P taglia il rating del debito italiano
"La fragilità del governo limita la capacità di risposta dello Stato"
Standard and Poor's ha deciso di tagliare il rating sul debito italiano, portandolo da "A+" ad "A". "La situazione politica e la fragilità della coalizione di governo in Italia limitano la capacità di risposta dello Stato nell'affrontare la crisi, così come la debolezza della crescita economica", afferma l'agenzia, motivando la sua decisione.
"La fragile coalizione di governo e le differenze politiche all'interno del Parlamento continueranno probabilmente a limitare l'abilità dell'esecutivo a rispondere con decisione a un contesto macro-economico interno ed esterno difficile", prosegue una nota di S&P. L'agenzia di rating Usa ha declassato il debito sovrano a breve e a lungo termine dell'Italia portandolo a "A" da "A+" e a "A-1" dal precedente "A-1+". L'Outlook è negativo. "Il declassamento - spiega ancora S&P - riflette la nostra visione di prospettive di crescita indebolita per il Paese".
Per Standard and Poor's gli obiettivi di bilancio fissati nella manovra del governo, a partire dai 60 miliardi di risparmi, sono "difficili da raggiungere". E, si legge nel rapporto dell'agenzia di rating, "il tentativo di risposta politica del governo italiano alle recenti pressioni dei mercati suggerisce il prosieguo di una incertezza politica sui mezzi con cui affrontare le sfide economiche dell'Italia".
Per l'agenzia di rating le autorità italiane, infatti, "rimangono riluttanti" ad affrontare le questioni chiave, "come gli ostacoli strutturali alla crescita, il basso tasso di partecipazione al lavoro e mercati dei servizi e del lavoro troppo strettamente regolati". Il risultato è che aumentano i rischi per cui il già elevato debito pubblico italiano possa aumentare ancora. Ed in questo caso, avverte Standard&Poor's, "potremmo abbassare nuovamente il rating di lungo e breve termine".
Le spiegazioni dell'agenzia: le nostre valutazioni sono apolitiche
"I rating sovrani di Standard & Poor's sono valutazioni apolitiche e prospettiche del rischio di credito fornite agli investitori". L'agenzia replica così alle dichiarazioni del governo dopo il declassamento del debito in Italia: l'esecutivo ha infatti attribuito a motivazioni di carattere politico la mossa dell'agenzia di rating nei confronti dell'Italia. "La valutazione di S&P è basata su analisi dettagliata e indipendente delle prospettive economiche e fiscali dell'Italia e sulle ipotesi relative all'andamento prospettico atteso del debito (come illustrato ampiamente nei due report pubblicati)". Non ci sono insomma ragioni politiche alla base della decisione, che ha abbassato il rating dell'Italia da A+ ad A. "I rating - spiegano ancora all'agenzia - indicano come diverse iniziative politiche possono impattare l'affidabilità finanziaria e non intendono dare alcun suggerimento sulle politiche che un governo dovrebbe o non dovrebbe perseguire".
Ue: no comment sul declassamento, ma l'Italia faccia le riforme
No comment dalla Commissione europea sul declassamento di S&P da Bruxelles, ma è essenziale e urgente, ammoniscono a Bruxelles, che l'Italia faccia le riforme necessarie per sbloccare il suo potenziale di crescita, che ora è la sfida maggiore ora. Un portavoce della Commissione dice che l'Italia ha fatto tutti i passi necessari per raggiungere gli obiettivi concordati, tra cui il pareggio di bilancio nel 2013. "Con i due pacchetti di misure approvati finora, che devono essere applicati in pieno, l'Italia è in linea con quanto concordato ed è anzi andata al di là delle raccomandazioni del Consiglio", ha detto il portavoce, spiegando come le misure serviranno a mettere "l'elevato debito su un cammino discendente".
Piazza Affari risente della decisione dell'agenzia di rating solo in apertura, poi vira in territorio positivo: segui il listino.
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