Mondo di Mezzo, sentenza definitiva: nove in carcere
Applicata le legge "Spazzacorrotti", che ha precluso ai condannati la possibilità di richiedere e usufruire di misure alternative al carcere. I legali di Carminati: "Attendiamo la revoca del 41-bis"
Dopo la sentenza della Cassazione su Mondo di Mezzo, le porte del carcere si sono aperte per nove persone. Nella notte i carabinieri di Roma hanno eseguito l'ordine di carcerazione per l'ex presidente dell'Assemblea Capitolina Mirko Coratti, per l'ex dirigente che si occupava della cura del Verde a Roma Claudio Turella, per Sandro Coltellacci, Franco Figurelli, Guido Magrini, Mario Schina, Andrea Tassone, Giordano Tredicine e Marco Placidi.
Applicata la legge Spazzacorrotti - Per alcune delle nove persone arrestate è stata applicata la legge cosiddetta "Spazzacorrotti", approvata il 31 gennaio 2019 e che introduce "misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici". Sulla norma pende un ricorso davanti alla Consulta.
Il passaggio in giudicato della sentenza ha dato immediata esecuzione alla pena detentiva precludendo ai condannati, così come previsto dalla Spazzacorrotti, la possibilità di richiedere e usufruire di misure alternative al carcere, come l'affidamento in prova ai servizi sociali o gli arresti domiciliari. In particolare la legge è stata applicata, tra gli altri, nei confronti dell'ex dirigente che si occupava della cura del Verde a Roma Claudio Turella, dell'ex presidente dell'Assemblea Capitolina Mirko Coratti, dell'ex presidente del Municipio di Ostia Andrea Tassone, del dirigente regionale Guido Magrini e dell'ex consigliere comunale Giordano Tredicine.
I legali di Carminati: "Attendiamo la revoca del 41-bis" - "Ci aspettiamo che venga immediatamente revocato il 41-bis, ovvero il regime di carcere duro. Se ciò non dovesse accadere siamo pronti a fare istanza". E' quanto afferma l'avvocato Cesare Placanica, difensore di Massimo Carminati, aggiungendo: "In queste ore stiamo valutando anche di presentare una istanza di scarcerazione nell'attesa che la Corte d'Appello di Roma ridetermini la pena".
Zingaretti: "A Roma la mafia c'è, nessuno si illuda" - "Nessuno si illuda: a Roma e nel Lazio la mafia c'è. Ognuno dica la propria sulla sentenza ma l'influenza sulla economia della criminalità è fortissima". Lo ha affermato il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, a Porta a Porta. "Io nel Lazio ho instituito la mappatura delle famiglie mafiose presenti nel territorio. Non ho paura di schierarmi con chi è onesto e denuncia. Dobbiamo tenere altissimo il livello di mobilitazione delle forze dell'ordine e culturale", ha aggiunto.
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