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Decreto contro i grandi evasori, Bonafede: "Carcere come svolta culturale"

Il ministro della Giustizia sulla nuova riforma tributaria: "Lo Stato italiano fa pagare il dovuto a tutti". Sull'opposizione di Renzi: "Dagli alleati non temo trappole in Parlamento"

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"I cittadini devono sapere che lo Stato fa pagare il dovuto a tutti". Non fa sconti a nessuno il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, intervistato dal Corriere della Sera, che parla di "svolta epocale e culturale" in riferimento al nuovo decreto fiscale. "Abbiamo alzato la soglia minima di pena da 4 a 8 anni per evasioni sopra i 100mila euro, così non si accede in automatico a misure alternative al carcere".

"Il governo ha dato un segnale chiaro e forte" - Il termine "epocale" era stato utilizzato dal guardasigilli anche in occasione della riforma del processo penale, proposta dal governo Conte I ma mai arrivata. "La differenza è evidente, la Lega ha bloccato la riforma, questo governo invece fa norme coraggiose. Insieme alla maggioranza, abbiamo dato un segnale chiarissimo e netto: i grandi evasori sono parassiti che camminano sulla testa dei cittadini onesti, un fenomeno culturale che non può rimanere impunito". Gli addetti ai lavori però, sembrano non entusiasti del provvedimento: alcuni magistrati come Piercamillo Davigo e Sebastiano Ardita hanno definito il decreto inutile e pesante per l'agenda dei tribunali. Tanti (troppi) processi che rischiano di non arrivare a un risultato concreto: "Rispetto l'opinione di tutti, ma non condivido questa preoccupazione" ribatte il ministro. "Si parla di una soglia minima di 100.000 euro, non di tutte le evasioni fiscali. Secondo l'Agenzia delle Entrate, coloro che evadono oltre quel limite rappresentano l'82,3% delle somme evase nel totale: di fronte a questa situazione è inaccettabile che lo Stato rinunci all'azione penale. Il problema dell'ingolfamento dei tribunali ci sarebbe stato senza la soglia minima, ma così mi pare che non si ponga". Al magistrato Davigo, preoccupato perché l'entità dell'evasione viene scoperta soltanto alla fine del processo, il ministro risponde: "Ripeto che non si può rinunciare a misure drastiche. Ho sentito dire che sarebbe più utile la confisca di dei beni evasi, ma vorrei ricordare che anche questa misura  è contenuta del nostro decreto. Così come la responsabilità allargata alle aziende: è assurdo che paghino per tanti illeciti ma non per i reati tributari più gravi". 

"Non temo trappole dagli alleati" - "Il decreto è stato votato ascoltando tutte le forze politiche che sostengono la maggioranza. Ho fatto parlare tutti e alla fine questo è il testo concordato", precisa Bonafede, in risposta alle opposizioni avanzate dal nuovo partito a guida Matteo Renzi. "Anche i rappresentanti di Italia Viva hanno espresso il loro parere. Questo decreto è il risultato di un lavoro di squadra, perciò non mi aspetto ripensamenti né trappole in Parlamento". Il guardasigilli non nasconde le divergenze di opinioni, "specie in materia di giustizia penale, dove è normale che esistano sensibilità diverse", ma spezza una lancia a favore del governo Conte bis, definendolo "un esecutivo nel quale si discute e ci si confronta, ma che poi al momento di prendere decisioni anche coraggiose, come quella contenuta nel mio pacchetto, trova un accordo e va avanti". E sulle presunte voci di un dualismo interno, Bonafede glissa: "Non esiste dualismo tra Conte e Di Maio. Ci sono solo momenti di maggiore o minore convergenza su singoli punti che si risolvono nel giro di 24 ore".


Cosa cambia con la riforma Bonafede? - La "svolta epocale" annunciata dal ministro della Giustizia riguarda in primo luogo l'innalzamento della pena minima per i reati di evasione e di frode: da 1 a 2 anni nel primo caso - con una massima tra i 4 e i 5 - e addirittura da 2 a 4 nel secondo. Come si traduce nel concreto? Che per il reato di frode fiscale sarà prevista la galera, anche con un solo giorno in più della pena minore. Anche le società risponderanno penalmente in caso di negligenza e nell'eventualità di una condanna, sia per evasione che per frode, il provvedimento prevede la confisca di tutti i beni che le aziende non saranno in grado di giustificare. 
 

Avvocati in sciopero contro la prescrizione - Mentre il guardasigilli esulta per il decreto contro i grandi evasori, gli avvocati sono in sciopero contro la legge voluta dai 5 Stelle sull'abolizione della prescrizione dopo la sentenza in primo grado. Ma il ministro non sembra accennare a ripensamenti: "Sono i cittadini che ci chiedono di fare le riforme, non di perdere tempo o rinviarle. Gli effetti del blocco della prescrizione non si vedranno prima del 2024". E da qui a quella data, il governo dovrà, stando alle parole di Bonafede, "attuare le riforme necessarie per dimezzare i tempi dei processi, altro provvedimento che la Lega ha bloccato nel precedente esecutivo". 

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