Variazioni o meno, rimane il fatto che la Via Francigena misura oltre
1.600 chilometri: una distanza ardua da coprire
camminando, e assolutamente impossibile da descrivere in questo spazio. Ci concentreremo quindi solo su un tratto, quello incluso nel territorio piemontese, perché oltre a offrire le maggiori suggestioni storiche, rappresenta la “porta di ingresso” in Italia, dalle Alpi alla pianura Padana. Ed è anche uno dei più accessibili sotto il profilo della percorribilità, il che certo non guasta. I circa
107 chilometri piemontesi, dallo sbocco della Val d’Aosta al confine Lombardo tra Vercelli e Robbio, sono quasi ovunque percorribili in
mountain bike: modalità magari meno suggestiva, ma certamente più rapida della secolare marcia del pellegrino. Per chi invece preferisse attenersi alla tradizione, il percorso è stato diviso in
tappe giornaliere alla portata quasi di chiunque sia in buona salute, dettagliatamente descritte (come il resto della Via Francigena) nei
roadbook elaborati per iniziativa del Ministero dei Beni Culturali e disponibili gratuitamente online . La Via attraversa le Alpi al
passo del Gran San Bernardo, e, dopo aver toccato
Chatillon,
Aosta e
Verres, raggiunge il Piemonte dalla
Val di Susa. Partendo da
Point Saint Martin si arriva infatti a
Ivrea, con una tappa di 22 km non particolarmente impegnativa. Entrando in Piemonte, infatti, i rilievi si addolciscono. Lungo la strada si possono visitare la
pieve paleocristiana di San Lorenzo, il borgo di
Montestrutto e il castello di
Montalto, senza dimenticare l’antico centro storico di Ivrea. Più avanti, la strada si dirige verso
Viverone, affacciata sull’omonimo lago: 21 km che attraversano la più grande morena d’Europa, dolcemente digradante. Sul cammino si incontrano le antiche chiese - da poco restaurate - di San Pietro (vicino a
Bollengo) e ciò che si è potuto salvare del “Gesiun”, chiesa romanica risalente al X-XI secolo sita poco oltre
Piverone, con i suoi affreschi. Lasciata Viverone, dopo circa un chilometro si incontra il
Castello di Roppolo, prima di imboccare la strade campestri in discesa che conducono a
Cavaglià, con il vicino
Santuario di Nostra Signora di Babilone, e a
Santhià. Da qui a
Vercelli è tutta pianura. Si attraversano distese di risaie, mentre ci avviciniamo al confine lombardo, che tagliamo nei pressi di Robbio.