I combattenti curdi hanno comunicato agli Stati Uniti di essersi totalmente ritirati dalla "zona di sicurezza" voluta dalla Turchia nel nord della Siria, ore prima della scadenza della tregua negoziata da Washington con Ankara. Il comandante delle Forze democratiche siriane, Mazloum Abdi, ha scritto in una lettera indirizzata al vice presidente americano Mike Pence di aver ritirato "tutte le forze delle Ypg".
Ankara: ritiro curdi completato, offensiva non riprende - "Non è necessario" riprendere l'offensiva contro i combattenti curdi in Siria, visto che "il loro ritiro" dalle zone di confine e' stato "completato", come "ci hanno confermato gli Stati Uniti". Lo ha detto in una nota il ministro della difesa turco, Hulusi Akar, secondo quanto riportano i media internazionali, spiegando che "in questa fase, non è necessario effettuare una nuova operazione".
Pompeo: "Progressi, ma è troppo presto per le certezze" - "Alcuni progressi sono stati fatti, ma è troppo presto per dare delle certezze", ha sottolineato il segretario di Stato americano Mike Pompeo. La scadenza fissata per il totale ritiro delle forze curde dalla "safe zone" era stata fissata alle 21 italiane.
Da Trump ok a 4,5 milioni di aiuti ai Caschi Bianchi siriani - Intanto Donald Trump ha autorizzato 4,5 milioni di dollari di aiuti alla Syria Civil Defense, l'organizzazione di volontari conosciuta col nome di Caschi Bianchi e che da otto anni lavora nelle aree colpite dalla guerra civile in Siria. In questi anni, sottolinea la Casa Bianca, i White Helmets hanno salvato oltre 115mila persone, molte appartenenti alle minoranze etniche e religiose. Gli Stati Uniti "incoraggiano quindi gli alleati a unirsi in questo sforzo per sostenere l'organizzazione e rafforzare la protezione dei civili vittime innocenti del conflitto".
Turchia e Russia: accordo per nuova tregua - Turchia e Russia hanno concluso un "accordo storico" per una nuova tregua di 150 ore nel nord della Siria per completare l'evacuazione delle milizie curde Ypg
da un'area di 30 km entro il confine siriano. Lo ha annunciato a Sochi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan al termine del suo incontro con Vladimir Putin.