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Ecco le nuove linee guida sull'ex alternanza scuola-lavoro

Ufficializzata la nuova struttura di quelli che oggi si chiamano Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento. Al centro soprattutto quest’ultimo tema, l’Orientamento. Ecco una sintesi delle Linee Guida ministeriali, elaborata da Skuola.net.

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Chiarezza su modalità operative e obiettivi dell’alternanza scuola lavoro. O, come si chiamano ora, sui Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento. È quella che ha cercato di fare il Miur con il recente decreto n.774/2019 (datato 4 settembre) a cui sono allegate le Linee Guida sul funzionamento dei periodi di formazione, che tutti gli studenti dell’ultimo triennio delle scuole superiori devono svolgere nell’ambito dell’orientamento al mondo del lavoro.

Punti fermi che, in realtà, erano già stati illustrati dall’ex ministro Bussetti all’inizio dell’autunno scorso. Ma che ora vengono confermati dal suo successore, il neo ministro Fioramonti. Ma cosa c’è scritto in queste indicazioni pratiche? Ecco una sintesi degli aspetti salienti, elaborata dal sito Skuola.net.

Dall’alternanza scuola lavoro ai percorsi per le esperienze trasversali e l’orientamento

Le Linee Guida, come detto, formalizzano una realtà già esistente. Le istruzioni - per scuole e aziende - erano diventate operative, seppur in maniera non sempre chiara, già durante lo scorso anno scolastico. Rispetto all’impostazione originaria, si passa a un approccio più incentrato su percorsi esperienziali e sull’apprendimento autonomo degli studenti.  La parola chiave - contenuta anche nella nuova denominazione ufficiale dei Percorsi - sembra essere Orientamento. Per tentare di colmare una delle problematiche più sentite nella scuola italiana: il passaggio tra l’istruzione secondaria superiore e quella di livello terziario (università in primis) o verso il mondo del lavoro.

Le competenze trasversali e il curriculum dello studente

Una delle finalità principali dei PCTO è fare acquisire agli studenti le cosiddette competenze trasversali (o soft skills), cioè qualità applicabili a diversi contesti. Tra queste si possono elencare quelle più richieste ai giovani in ambito lavorativo: autonomia, creatività, innovazione nel gestire i compiti assegnati, capacità di risolvere i problemi (problem solving), comprensione della complessità dei vari linguaggi, comunicazione, organizzazione, capacità di lavorare e saper interagire in un gruppo (team-working), flessibilità e adattabilità, precisione e resistenza allo stress. 

Tutto parte da un’analisi preliminare, in cui si individuano le competenze già padroneggiate dallo studente, per poi definire quelle da acquisire e potenziare durante il percorso. Così si delinea la progettazione del PCTO, totalmente personalizzata: il progetto, in tutto e per tutto coerente con il percorso educativo, deve infine condurre alla realizzazione di un compito reale con la partecipazione attiva dello studente. Con i percorsi di PCTO, inoltre, ci si propone anche di osservare, rilevare e valutare la progressione del processo formativo: attraverso colloqui sia individuali che di gruppo, simulazioni, project work e role-playing, oltre che con appositi strumenti quali griglie e rubriche, curate dal consiglio di classe; per raccogliere elementi utili per la predisposizione del Curriculum dello studente. 

Il ruolo dei tutor interni ed esterni e la progettazione dei percorsi

Sono i docenti interni ai singoli istituti, che assumono il ruolo di tutor, ad avere il compito di stimolare l’interesse e la partecipazione degli studenti nei progetti proposti dalle scuole e dagli enti partner. Questo coinvolgimento dello studente nel proprio Percorso per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento passerà, però, anche attraverso la progettazione del percorso stesso, fase in cui i tutor dovranno affiancare i loro alunni nella decisione e nella costruzione personalizzata delle esperienze a cui poi prenderanno parte. 

In questo passaggio delicato, gli insegnanti possono essere affiancati da tutor esterni, figure messe a disposizione degli studenti e delle scuole direttamente dagli enti e dalle aziende che si propongono per ospitare i ragazzi. Nella progettazione dei percorsi, i tutor dovranno tenere conto di alcuni elementi fondamentali, tra cui il contesto territoriale in cui si colloca l’istituto, le scelte generali della scuola (PTOF) sui percorsi PCTO, l’indirizzo di studio. I percorsi, secondo le Linee Guida, devono essere infatti progettati in una prospettiva pluriennale, coerente con quanto previsto nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa e comprendere la dimensione curriculare, la dimensione esperienziale e la dimensione orientativa.

Il monte ore minimo

Le ore minime da svolgere, richieste per ogni tipologia di istituto superiore, sono stabilite sulla base delle caratteristiche dei diversi indirizzi: per gli istituti professionali, dove l’approccio è molto pratico, non si dovrà scendere sotto le 210 ore nel triennio finale. Mentre nel caso degli istituti tecnici il limite da raggiungere è fissato a 150 ore negli ultimi tre anni del percorso di studi. Infine i licei, che non dovranno scendere sotto le 90 ore nel triennio di avvicinamento al diploma. Non viene indicato, al contrario, un tetto massimo di ore, cosa che concede alle scuole una certa autonomia nella progettazione e nella durata dei percorsi.

La valutazione delle competenze 

Nella definizione del programma per la propria disciplina, ciascun insegnante individua le competenze da far acquisire agli studenti tramite i PCTO. In sede di scrutinio, ogni docente, nell’esprimere la valutazione relativa alla propria materia, tiene quindi conto anche dei percorsi PCTO (qualora siano collegati al proprio insegnamento), formulando una proposta di voto e fornendo elementi per l’espressione collegiale del voto di comportamento.

PCTO ed esame di Stato

Molto attesa anche la parte che sancisce il legame tra i PCTO e l’esame di Stato; come visto, i percorsi di alternanza contribuiranno alla valutazione delle materie toccate dai progetti svolti e al giudizio sul comportamento dello studente (non solo in azienda). Di conseguenza, influiranno anche sull’attribuzione del credito scolastico accumulato dai ragazzi. Inoltre, come già avvenuto nel 2019, questi percorsi continueranno a far parte dell’esame orale, con un’apposita finestra dedicata nella quale il candidato dovrà, tramite il supporto da lui preferito - cartaceo o multimediale - esporre una relazione sul lavoro svolto fuori dalle mura scolastiche o solo su un aspetto che lo ha particolarmente colpito. Con questo passaggio, i PCTO avranno un ruolo determinante anche all’interno del punteggio del colloquio, quindi del voto finale d’esame.

La Carta dei diritti e dei doveri

Insieme a tutte queste incombenze, gli studenti hanno a disposizione anche un documento che ne tutela i diritti e ne puntualizza i doveri: la Carta dei diritti e dei doveri degli studenti. Tra i primi figurano quello alla formazione in un ambiente piacevole e stimolante, all’informazione sulle finalità formative del progetto, il potersi confrontare con i propri tutor in qualsiasi momento, il vedersi riconosciuti i propri risultati e infine la possibilità di poter esprimere un giudizio sull’esperienza svolta. Tra i secondi, vengono annoverate regole come quella di mantenere un comportamento consono, la presenza assidua fino al completamento delle ore del progetto e la realizzazione di una relazione sull’esperienza di alternanza. Inoltre, nel decreto si fa riferimento anche a un aspetto spesso sottovalutato: durante l’alternanza gli studenti assumono lo status di lavoratori a tutti gli effetti, quindi acquisiscono tutti i diritti (e i doveri) cui sono sottoposti i dipendenti. Compresi quelli legati alla sicurezza. 

Corso informativo obbligatorio sulla sicurezza

A tal proposito, un intero paragrafo del decreto è dedicato alle norme di sicurezza da applicare agli studenti, a partire dalla formazione tramite un corso informativo (obbligatorio), a carico o delle scuole o degli enti partner nei progetti, da svolgersi anche in modalità e-learning. Tale corso prevede un minimo di 4 ore di teoria per i settori a basso rischio (es. attività immobiliari, attività editoriali, ecc.). Ore che, per tutti i progetti in settori a rischio medio (es. pesca e acquacoltura, istruzione, ecc.) salgono a un minimo di 8 ore minime e arrivano a 12 ore per i lavori pericolosi (es. costruzioni di edifici, industrie tessili, metallurgia, ecc.); in questi ultimi due casi, inoltre, il corso dovrà avvenire esclusivamente in presenza. Oltre alla formazione sulla sicurezza, infine, gli studenti-lavoratori avranno diritto anche a una sorveglianza sanitaria costante e, se necessario, a una dotazione di dispositivi di protezione individuali.

Le linee guida PCTO: uno sguardo completo

Se quelli finora sintetizzati sono forse gli aspetti più rilevanti, le Linee Guida ministeriali sui Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento affrontano nel dettaglio tutti gli aspetti teorici e pratici dei PCTO, fornendo tutti gli strumenti utili alle scuole per l’organizzazione dei percorsi. Ecco tutti i punti toccati dal documento:

  1. L’evoluzione degli orientamenti europei
  2. La dimensione orientativa dei percorsi
  3. Le competenze trasversali come traguardo formativo dei percorsi
  4. L’attuazione dei percorsi
  5. La partecipazione, i diritti e i doveri degli studenti impegnati nei percorsi
  6. Le misure di tutela della salute e sicurezza degli studenti frequentanti i percorsi
  7. Gli aspetti assicurativi
  8. I percorsi e l’esame di Stato
  9. Le risorse finanziarie assegnate alle scuole.

Al documento è inoltre allegata un’appendice con:

  • L’evoluzione del quadro normativo nazionale;
  • L’Impresa Formativa Simulata e l’Impresa in Azione
  • Il Service Learning;
  • Il Sillabo per l’educazione all’imprenditorialità;
  • Modello di Convenzione;
  • Modello di Patto formativo.
  • Scheda per la valutazione dell’esperienza da parte degli studenti

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