E' nata la figlia di Nicoletta Mantovani e Luciano Pavarotti. La compagna del tenore ha però perso un secondo gemello. La donna ha partorito in seguito ad un taglio cesareo d'urgenza, deciso dopo aver constatato che l'apporto di ossigeno al feto maschile era cessato. La bambina della coppia pesa 1750 grammi, è in buone condizioni ma, essendo nata alla 31/esima settimana, è ricoverta nell'istituto di neonatologia.Sta bene la neomamma.
La bimba, che probabilmente si chiamerà Alice, è nata lunedì alle 15,25 presso l'ospedale Sant'Orsola di Bologna. Ha seguito il parto il professor Luciano Bovicelli direttore della divisione Ginecologia e ostetricia. La Mantovani era stata ricoverata per la prima volta il 7 gennaio scorso per controlli. Lunedì mattina, ha assicurato Bovicelli, l'esame ecografico effettuato sulla donna risultava "perfetto". Poi la situazione è degenerata. "Intorno alle 13.30 ho fatto fare una seconda ecografia", ha detto il professore che in quell'occasione ha notato "che l'afflusso di sangue era rallentato verso il feto maschile". L'arresto cardiaco del feto, inevitabile, è stato registrato intorno alle 14.45. Quindi Bovicelli ha disposto il parto cesareo.
Il tenore, presente al Sant'Orsola durante l'operazione subita dalla compagna, è tornato all'ospedale questo pomeriggio intorno alle 15 accompagnato da un amico e scortato dalle guardie del corpo. Dopo la visita ad Alice e alla compagna, Pavarotti ha lasciato l'ospedale a bordo di un'Audi A8 rossa targata Principato di Monaco. Con il volto cupo, quasi in procinto di piangere, il maestro non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Si è limitato a salutare con un cenno della mano la folla di curiosi che lo attendeva di fronte al Policlinico.
La compagna di Pavarotti aveva deciso nei mesi scorsi di portare a termine la gravidanza, nonostante fosse afflitta da una rara patologia della placenta (solo cinque i casi conosciuti al mondo, tutti con esiti sfavorevoli), rischiosa sia per i nascituri sia per la puerpera. Si trattava di una "gravidanza trigemina". "Due embrioni - ha spiegato Bovicelli - apparivano vivi e normali, mentre del terzo è stato possibile appurare che si trattava di una mola completa, ovvero di una rara patologia della placenta che comporta l'assenza dell'embrione". Messa di fronte al rischio di un aborto o di conseguenze perfino letali, la Mantovani ha tuttavia deciso di andare avanti con la gravidanza dimostrando, come ha sottolineato il direttore della divisione Ginecologia e ostetricia, "coraggio e determinazione non comuni".