"Quel gran pezzo dell'Ubalda, tutta nuda e tutta calda", "Pierino medico della Saub" e l'apoteosi di "W la Foca". La commedia scollacciata anni 70 fa ancora proseliti e per omaggiarla apre a Milano una mostra che prende il titolo proprio dal cult di Nando Cicero, in cui attraverso 100 locandine si ricostruisce un po' la storia di questo sottogenere prima tanto bistrattato e oggi rivalutato anche dagli intellettuali.
La sexy commedia e i cosiddetti b movies degli anni Settanta e Ottanta formano un capitolo importante della storia del cinema italiano. Tornati alla ribalta, con riedizioni in dvd andate letteralmente a ruba e la "benedizione" di un grande del jet set internazionale come Quentin Tarantino, queste pellicole hanno finalmente conquistato il rispetto e la posizione che spetta loro nella storia del nostro cinema.
Un ruolo non da poco, se si pensa che spesso nelle sale totalizzavano incassi di tutto rispetto aiutando il cinema italiano a sopravvivere garantendo a distributori e produttori i fondi per realizzare le cosiddette "pellicole impegnate" di grandi maestri, magari vincitrici di Oscar. Lino Banfi, Gianfranco D'Angelo, Alvaro Vitali, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Renzo Montagnani, Jimmy il Fenomeno, Pippo Franco, Mario Carotenuto, Lando Buzzanca, Tomas Millian, Bombolo, Enrico Beruschi sono solo alcuni dei principi di questo genere, artisti della commedia, del cabaret e del teatro che hanno messo la loro arte a servizio di un cinema facile, spesso pecoreccio, ma sempre onesto e divertente. Per non parlare delle bellezze da loro spiate dall’immancabile buco della serratura: da Edwige Fenech a Anna Maria Rizzoli, da Lory Del Santo e Nadia Cassini, fino a Carmen Russo, Gloria Guida e Barbara Bouchet, tutte donne bellissime che han fatto impazzire milioni di italiani.
Senza poi dimenticare che spesso queste pellicole hanno ospitato attori del calibro di Aldo Fabrizi, Marisa Merlini, Paola Borboni e Mario Scaccia. Film i cui titoli più o meno fantasiosi e allusivi facevano a gara a smuovere l’indignazione dei benpensanti riuscendo però a portare al cinema un pubblico assai composito. Uno di questi è stato scelto come titolo della mostra proprio perché fortemente rappresentativo del genere: "W la foca", pellicola del 1982 con Lory Del Santo, ritirata dalla censura e poi riabilitata nel 2004 al Festival di Venezia.
La mostra vuole omaggiare, attraverso l’esposizione di 100 manifesti cinematografici originali, locandine, soggettoni e fotobuste un universo tutto da ridere e da riscoprire esponendo pezzi originali divisi in piccole sezioni accompagnate da didascalie che svelano i segreti di un mondo incredibile.