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Spot gay, Giovanardi si scaglia contro Ikea

"Offende la Costituzione". La replica del colosso svedese: "Ci sono famiglie molto variegate"

Ansa

Dura presa di posizione del sottosegretario alla Famiglia, Carlo Giovanardi, contro una pubblicità dell'Ikea che ritrae una coppia di due uomini mano nella mano sotto la scritta: "Siamo aperti a tutte le famiglie". "Contrasta a gamba tesa contro la nostra Costituzione", ha detto Giovanardi. "Ikea non offende la Costituzione e non è contro la famiglia citata dall'articolo 29", replica l'azienda svedese.

"L'Ikea - ha spiegato l'esponente del Pdl - è libera di rivolgersi a chi vuole e di rivolgere i propri messaggi a chi ritiene opportuno. Ma quel termine 'famiglie' è in aperto contrasto contro la nostra legge fondamentale che dice la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio, in polemica contro la famiglia tradizionale, datata e retrograda".

Quanto alle iniziative che il governo potrebbe assumere Giovanardi precisa: "A noi piacerebbe una campagna pubblicitaria che dicesse 'siamo aperti all'intera comunità'. Nel senso che i clienti di una multinazionale sono uomini donne anziani giovani senza preclusioni di nessun tipo. Ma diverso è attaccare la Costituzione italiana con tale violenza. Spero che l'Ikea non utilizzi più quell'annuncio per le prossime aperture annunciate in varie città".

La multinazionale ha replicato nelle parole del responsabile delle relazioni esterne per l'Italia, Valerio Di Bussolo, spiegando che "la Costituzione stabilisce qual è l'oggetto dei diritti, ossia quella fondata sul matrimonio, ma non definisce la famiglia tout court". Quella citata dall'articolo 29, che riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, "è una delle famiglie", ha detto.

"Noi abbiamo a che fare con una realtà quotidiana in continua evoluzione, ci sono tipologie di famiglie molto variegate. Ikea quindi completa e aggiunge altre famiglie della realtà domestica, come quelle delle coppie di fatto, dei single, quelle composte da nonni e nonne". Tutte famiglie, queste, "riconosciute anche dall'Istat", ha sottolineato Di Bussolo, concludendo che "la campagna è finita e non rinneghiamo quello che abbiamo scritto".

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