Chilli che stann’a prora vann’a poppa, chilli che stann’a poppa vann’a prora, chili che stann’a dritta vann’a sinistra, chili che stann’a sinistra vann’a dritta.
Questa guerra ha fatto saltare tutti i luoghi comuni: dunque quelli che erano contrari alla guerra in Iraq, ma erano favorevoli a quella del Kossovo, ora sono di nuovo a favore del conflitto. Viceversa, quelli che le guerre finora le avevano appoggiate tutte, ora nicchiano, trovano distinguo, ci stanno ma con molti mal di pancia. E questo vale non solo in Italia. Lucia Annunziata sulla Stampa oggi descrive la stessa situazione negli Stati Uniti, con Democratici e Repubblicani a scambiarsi i ruoli tra guerra di Obama e guerra di Bush.
Vale a dire non tutte le bombe sono cattive, non tutti i razzi sono buoni. In Italia questa schizofrenia è esponenziale, tolto qualche coerente come Gino Strada, e ci viene il sospetto (ma è quasi una certezza) che tutto venga usato per piccole vendette del nostro misero cortile condominiale. Gheddafi è un sanguinario, e lo sappiamo tutti. Sono quarant’anni che umilia il suo popolo, è un dittatore, lo è sempre stato. Chi se ne accorge solo adesso sbaglia, chi non riesce ad ammetterlo neppure adesso sbaglia lo stesso. Il popolo libico sofferente non c’entra nulla, o c’entra poco.