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Brexit, chiesta all'Ue l'estensione fino al 31 gennaio 2020: ma il governo britannico insiste sul 31 ottobre

Michael Gove ha ribadito la linea dell'esecutivo nonostante la richiesta all'Ue di rinvio, obbligato da una legge approvata dal Parlamento a settembre

Nella lettera non firmata da Boris Johnson, inviata al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, si chiede a Bruxelles di concedere alla Gran Bretagna un'estensione della Brexit fino al 31 gennaio 2020. Il governo britannico, attraverso le parole del ministro per la Brexit, Michael Gove, ha invece confermato l'uscita dall'Ue entro il 31 ottobre. Il ministro degli Affari europei, Vincenzo Amendola, ha quindi chiesto a Londra di "fare chiarezza". 

Michael Gove, ministro di primo piano del governo britannico di Boris Johnson, ha ribadito la linea dell'esecutivo secondo cui la Gran Bretagna uscirà dalla Ue il 31 ottobre nonostante abbia chiesto all'Unione un rinvio, obbligato da una legge approvata dal Parlamento.

La richiesta di rinvio è partita dopo che Johnson, che sperava di avere sabato il via libera del Parlamento all'accordo di divorzio raggiunto giovedì con la Ue, ha subito un duro colpo a opera dei deputati, che hanno approvato un rinvio del voto sull'accordo, obbligandolo di conseguenza a chiedere a Bruxelles di spostare, ancora una volta, la data della Brexit. Nel testo inviato all'Ue viene specificato che si riuscirà ad arrivare alla ratifica di un accordo prima del 31 gennaio 2020. "Questo periodo potrebbe terminare in anticipo", si legge.  

Amendola: "Londra chiarisca come procedere"  - "La Ue dal 2016 ha fatto tutto il necessario per un accordo. Con pazienza e rispetto verso cittadini e Westminster. Ora tocca al Regno Unito chiarire come procedere per evitare ulteriori problemi". Lo afferma il ministro degli Affari europei, Vincenzo Amendola sulle lettere inviate sabato notte dal governo britannico all'Unione.

Labour: "Porteremo Johnson in tribunale" -  Intanto le opposizioni britanniche vogliono portare Boris Johnson in tribunale per la doppia lettera inviata all'Ue su una possibile proroga della Brexit. I ministri ombra laburisti Keir Stramer e John McDonnell hanno bollato la manovra come "infantile" ed evocato un possibile "oltraggio alla corte" (oltre che al Parlamento) del premier Tory, che dinanzi a un giudice scozzese s'era impegnato a rispettare il Benn Act senza minarne i fini.

Raab: "Il governo ha i numeri per il sì al deal"- Il governo britannico di Boris Johnson è convinto dopo la seduta di ieri di avere "i numeri" per far passare già nei prossimi giorni a Westminster l'accordo sulla Brexit raggiunto con Bruxelles, malgrado l'intoppo dell'emendamento pro rinvio che ieri ha fatto saltare il voto alla Camera dei Comuni. Lo ha detto il ministro degli Esteri e vicepremier de facto, Dominic Raab, aggiungendo che anche molti governi Ue sarebbero "profondamente a disagio" di fronte all'ipotesi di una proroga.

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