Italia virtuosissima, ai primi posti in Europa per il riciclo del vetro  

“L’Italia ha già raggiunto l’obiettivo previsto dalla Ue per il 2030” spiega il presidente del Consorzio per il Recupero del Vetro, Gianni Scotti “ma grazie a ricerca ed educazione si può ulteriormente migliorare”.

Quando si parla di raccolta e riciclo del vetro, l’Italia si posiziona ai primi posti nella classifica dei più virtuosi d’Europa. Stando ai dati, il nostro Paese registra infatti un tasso di recupero degli imballaggi in vetro di circa il 78% (quasi 8 bottiglie su 10), attestandosi quindi ben sopra l’obiettivo del 75% posto dalla Ue e da raggiungere entro il 2030. “L’Italia ha già raggiunto l’obiettivo previsto dalla Ue per il 2030” spiega il presidente del Consorzio per il Recupero del Vetro, Gianni Scotti ma grazie a ricerca ed educazione si può ulteriormente migliorare”.

Un primato reso possibile, non solo dalla sempre maggiore sensibilità ai temi ambientali, ma anche dalla costante ricerca e innovazione tecnologica nel campo del riciclo. Un esempio concreto è la capacità, solamente italiana, di produrre e utilizzare persino la “sabbia di vetro” derivante dal recupero secondario degli scarti di processo degli impianti di trattamenti. Nel 2020 più di 389mila tonnellate di questo materiale sono state recuperate. Cosa che non avviene in altri Paesi UE, in cui è normalmente smaltito in discarica con costi enormi.

Consorzio Recupero Vetro

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Unico neo ancora da superare:  sacchetti e impurità frenano la raccolta. Investimenti e tecnologia hanno permesso un miglioramento dell’efficienza degli impianti con una riduzione dello scarto finale, tra il vetro raccolto e quello effettivamente riciclato, che oggi si attesta al 10,6%. Purtroppo, a “frenare”, è la qualità media della raccolta: troppi sacchetti di plastica e impurità finiscono infatti nella campana del vetro.

La qualità della raccolta può e deve migliorare” aggiunge Scotti. “Di fatto, con il livello attuale di scarti, dovuti alla alta presenza di inquinanti nel vetro raccolto, è come se Valle d’Aosta, Trentino, Umbria, Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria, rinunciassero tutte insieme ad effettuare la raccolta differenziata. Questo si traduce in un costo per la collettività, non solo ambientale, che si stima per difetto pari ad almeno a 48 milioni di euro”.

Nonostante i risultati finora raggiunti, c’è ancora un ampio margine di miglioramento: Centro e Sud Italia in questo potrebbero avere un ruolo decisivo. Risulta quindi essenziale proseguire con investimenti mirati sull’educazione e sulla comunicazione con un focus specifico su Regioni come, ad esempio, il Lazio, potenziale bacino di crescita importante soprattutto in termini di quantità di materiale raccolto. Nel 2020 al Nord la raccolta differenziata del vetro si è attestata su una media di 47,8 kg per abitante mentre al Centro è stata di 37,8 e al Sud di 32 kg per abitante. La dimostrazione che Centro e Sud Italia sono una grande opportunità, da sfruttare la meglio.