Migranti, Sea Watch: ricorso alla Corte di Strasburgo | Salvini: "L'Ue li mandi in Germania e in Olanda"

I giudici potrebbero a loro volta chiedere all'Italia di adottare "misure urgenti che servono ad impedire irrimediabili violazioni dei diritti umani". Monsignor Nosiglia: "Diocesi di Torino pronta ad accogliere"

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La Corte di Strasburgo ha ricevuto una richiesta di intervento da parte di individui a bordo della Sea Watch 3 per chiedere all'Italia di consentire lo sbarco dei migranti. La nave si trova ormai da 12 giorni a poche miglia da Lampedusa. La Corte potrebbe chiedere all'Italia di adottare "misure urgenti che servono ad impedire serie e irrimediabili violazioni dei diritti umani". Ma Salvini replica: "I migranti vadano in Olanda e Germania".

Salvini: "Metà migranti ad Amsteram e metà a Berlino" - Il ministro dell'Interno spiega infatti: "L'Unione europea vuole risolvere il problema Sea Watch? Facile. Nave olandese, Ong tedesca: metà immigrati ad Amsterdam, l'altra metà a Berlino. E sequestro della nave pirata. Punto".

Ricorso fatto da alcuni migranti a bordo - La nave "Sea Watch 3", con a bordo 36 migranti soccorsi in mare, è da 12 giorni al largo di Lampedusa a causa del divieto di sbarco emesso dalle autorità italiane.

Il ricorso alla Corte di Strasburgo non è stato fatto dalla ong tedesca "ma dai singoli individui presenti a bordo". Lo precisa Giorgia Linardi, portavoce del'organizzazione umanitaria. "Loro - spiega Linardi - hanno il diritto di adire i propri diritti umani alla Corte europea. In particolare il ricorso è stato fatto in riferimento all'articolo 3 che descrive quello a bordo come un trattamento inumano e degradante. Si chiede quindi alla Corte di indicare all'Italia delle misure che possano in qualche modo ridurre le sofferenze cui le persone sono costrette in questo momento, nell'interesse della tutela della loro dignità".

L'Ue agli Stati: "Trovare una soluzione per la Sea Watch" - "Pur apprezzando il fatto che l'Italia abbia proceduto all'evacuazione di un numero di persone dalla Sea Watch 3 per ragioni mediche", la Commissione Ue fa appello "agli Stati membri" per trovare "una soluzione per le persone che sono rimaste a bordo". Lo afferma una portavoce parlando di "imperativo umanitario" e ribadendo che l'esecutivo comunitario "continuerà a fare tutto il possibile, nell'ambito delle nostre competenze, per sostenere e coordinare eventuali sforzi di solidarietà".

Ue: "Urgenti soluzioni concordate sugli sbarchi" - "Continuiamo a seguire da vicino la vicenda - sostiene ancora il portavoce dell'Ue -. Quanto sta avvenendo dimostra che sono urgentemente necessarie soluzioni per sbarchi prevedibili e sostenibili nel Mediterraneo". "La Commissione ha sollecitato gli Stati membri a concordare disposizioni temporanee dopo gli sbarchi per garantire una maggiore prevedibilità per tutti coloro che sono coinvolti nella ricerca e nel salvataggio", precisa.

Arcivescovo Nosiglia: "La diocesi di Torino è pronta ad accogliere i migranti" - "La diocesi di Torino è disponibile ad accogliere senza oneri per lo Stato i migranti della Sea Watch". Così l'arcivescovo, monsignor Cesare Nosiglia, al termine della messa San Giovanni, patrono della città. "Rivolgo una preghiera speciale a San Giovanni, che ha sempre difeso i poveri - ha aggiunto -. Chiedo a lui di dare una mano per risolvere il problema che stanno vivendo le persone a bordo della Sea Watch. Per essere concreti la Chiesa di Torino è disponibile ad accogliere questi fratelli e sorelle". Monsignor Nosiglia ha quindi precisato: "Desidero esprimere la mia solidarietà a quanti in Italia, e anche nella nostra città, stanno dimostrando pacificamente per richiamare l'attenzione sulla situazione di grave e ingiusta sofferenza in cui si trovano 43 persone sulla nave Sea Watch al largo di Lampedusa".