Coppia: meglio single che male accompagnati
Trascinare un rapporto che non funziona, o peggio un amore tossico, è peggio che affrontare un po' di solitudine
Il proverbio lo dice con chiarezza: meglio soli che male accompagnati. Eppure, anche se la storia che stiamo vivendo è giunta al capolinea o, peggio ancora, provoca in noi più sofferenza che gioia, non troviamo la forza di dire “basta”. I litigi, il senso di ansia e di solitudine che spesso accompagnano una relazione viziata non sono sempre sufficienti a darci la forza per decidere di troncare. Perché dire no è così difficile? Il timore di ritrovarsi da soli è una delle ragioni principali, ma non è l’unica. Per fortuna qualcosa si può fare.
LA SOLITUDINE – E’ il timore numero uno e la principale ragione che ci spinge a trascinare una storia insoddisfacente. In fondo, un fidanzato così-così è meglio che nessun fidanzato. In un certo senso è vero: la perfezione non è di questo mondo e l’uomo (o la donna) ideale non esistono. Ma il bilancio tra pregi e difetti di un partner contempla anche alcuni punti su cui non si può transigere: un rapporto, per poter funzionare, deve essere basato sulla sincerità e sul rispetto reciproco. Occorre condividere una serie di valori e di interessi ed essere consapevoli del peso che ciascuno dei due attribuisce alla relazione: se un partener è in cerca di una relazione stabile e duratura mentre per l’altro si tratta di una semplice avventura è indispensabile che entrambi ne siamo consapevoli e che ne accettino le inevitabili conseguenze.
LA VIOLENZA – Che sia verbale o addirittura fisica, la violenza
è sempre inaccettabile e un motivo più che valido per interrompere immediatamente la relazione. Sentirsi aggrediti, privati della propria privacy, spiati sui social network e nella vita, o addirittura costretti a fare delle rinunce, come frequentare i propri amici dell’altro sesso per non incorrere in scenate di gelosia, è un campanello di allarme che deve far scattare un atteggiamento fermo. Amore è innanzi tutto rispetto e accoglienza dell’altro, anche al di là di se stessi. Naturalmente vale il reciproco: proibito leggere i suoi messaggi e la sua posta elettronica, o curiosare nel suo pc o nello smartphone.
I LITIGI – Tutte le coppie litigano da che mondo è mondo: il fatto di scontrarsi non è di per sé indice di cattiva salute di un rapporto. L’importante è farlo nel
modo più costruttivo possibile e senza trascinare troppo a lungo il contrasto. Se invece ogni scontro è accompagnato da musi lunghi per giorni interi, da ripicche e recriminazioni, e soprattutto si tratta di situazioni che si ripresentano con grande frequenza, siamo di nuovo in presenza di segnali di allarme che ci autorizzano a pensare che forse è meglio… cambiare aria.
GLI AMORI TOSSICI – Sono difficili da riconoscere perché in una storia di questo tipo le cose non vanno sempre male: i momenti difficili si alternano ad altri di grande felicità e di intense emozioni, per le quali si finisce per sviluppare una vera dipendenza. Le relazioni tossiche hanno però di solito alcuni tratti comuni, che le rendono riconoscibili: ci si ritrova
sempre più isolati, privati dei proprio amici, degli interessi, a volte persino del lavoro; il rapporto con il partner si fa sempre più esclusivo e lui (o lei) punta a
trasformarsi nel nostro intero orizzonte. Il suo comportamento e le sue parole fanno insinuare a poco a poco in noi l’idea che
non valiamo niente e che non siamo in grado di bastare a noi stessi senza l’altro. E’ un
ricatto sottile e perverso, dal quale occorre una grande forza di volontà per liberarsi, ma è una spirale da spezzare al più presto: imponiamo la nostra volontà di uscire con altre persone, di conservare i nostri hobby e i nostri interessi, cerchiamo l’amica del cuore, i familiari o chiunque possa stare accanto a noi. E se alla fine non funziona, liberiamoci del compagno velenoso, a costo di metterci tutta l’energia di cui siamo capaci.
VOLERSI BENE –
L’autostima è, come sempre, un fatto cruciale. Spesso ci accontentiamo di un rapporto insoddisfacente perché siamo convinti di non avere alcuna speranza di trovare un’altra persona che ci voglia amare. E’ un errore grave e comune: in realtà, nessuno potrà farsi avanti se non gliene offriamo la possibilità. Essere single, almeno per un po’, è comunque meglio che continuare a sperare che un rapporto sbagliato possa migliorare e renderci felici: le persone difficilmente cambiano e, nel migliore dei casi, stiamo solo perdendo tempo e occasioni per un nuovo incontro. Impariamo anche a rivedere le nostre idee sull’amore: non basta qualche effusione, ma la seria volontà di percorrere insieme un tratto di strada, lungo o breve che sia, ma condividendo comunque gioie e dispiaceri, magari con un briciolo di ottimismo anche nei momenti difficili.