Da Resident Evil a Monster Hunter e Devil May Cry: il momento d'oro di Capcom
Negli ultimi due anni, la software house di Osaka ha sfornato una serie di ottimi giochi, dimostrandosi particolarmente in forma
Se nella scorsa generazione di console gli sviluppatori giapponesi hanno sofferto un periodo di crisi, negli ultimi anni la situazione è decisamente cambiata. Le software house nipponiche hanno ripreso a produrre giochi di alto livello. E tra queste, Capcom brilla in modo particolare.
La storia dei videogiochi non avrebbe quasi senso, senza il Giappone.
Da Mario a Pac-Man, da Metal Gear a Resident Evil, dal Super Nintendo alla PlayStation, da Final Fantasy a Dark Souls, produttori e sviluppatori giapponesi sono sempre stati troppo importanti per questo medium. Eppure, una decina d’anni fa, il mondo videoludico del Sol Levante non viveva un periodo particolarmente felice. Con l’arrivo delle console HD, infatti, gli sviluppatori occidentali hanno fatto un balzo avanti, dal punto di vista tecnico e qualitativo, che i loro colleghi nipponici non hanno saputo pareggiare.
Con l’attuale generazione di console, invece, le cose sono cambiate, e dal Giappone sono arrivati titoli di altissimo livello, segno di una ripresa importante, da parte delle software house orientali, che non può che far bene a tutto il settore. Si pensi a titoli come
Bloodborne,
The Legend of Zelda: Breath of the Wild,
Persona 5,
NieR: Automata,
NiOh,
Dragon Quest XI, gli ultimi
Yakuza e tanti altri. Tra ottimi giochi e autentici capolavori, i giochi giapponesi, un tempo i migliori in assoluto su console, sono tornati a risplendere. E senza che le software house occidentali ne risentissero, anzi. A tutto vantaggio di noi videogiocatori, insomma.
In particolare, vorrei soffermarmi sull’ottimo periodo di una storica software house,
Capcom, che negli ultimi due anni sembra essere davvero in stato di grazia. Penso soprattutto a quattro gioconi sfornati dall’azienda di Osaka dall’inizio del 2017 a oggi, ovvero
Resident Evil 7,
Monster Hunter World,
Resident Evil 2 e
Devil May Cry 5.
Resident Evil 7 è uno dei più atipici e al contempo migliori episodi di una saga storica che forse stava un po’ rischiando di perdere la bussola. È il primo, e finora unico, Resident Evil in soggettiva ed è senza alcuna ombra di dubbio il più terrificante dell’intera serie. Trae ispirazione dalla recente ondata di giochi horror in prima persona, appunto, come
Outlast,
Amnesia e altri, ma riesce a dare la sua interpretazione di questo filone, arricchendolo e contaminandolo con lo stile Resident Evil.
Ciliegina sulla torta: è una delle migliori esperienze in VR. Ma anche una delle più terrificanti, occhio.
Monster Hunter World è il risultato di uno sforzo straordinario: rendere appetibile anche ai giocatori occidentali, e agli utenti di console casalinghe di ultima generazione, quello che già da svariati anni era un fenomeno di massa in Giappone, specie per i possessori di console portatili (prima PSP, poi Nintendo 3DS).
L’enorme successo di pubblico la dice lunga su quanto l’operazione sia riuscita. Ma anche la critica è d’accordo: se si esclude un approccio un po’ ostico, la caccia ai mostri in compagnia di amici è davvero irresistibile. Lo testimoniano anche le mie oltre 200 ore trascorse col gioco, e le tante notti insonni!
Resident Evil 2, uscito all’inizio di quest’anno, è probabilmente il miglior remake di sempre, per un videogioco. Riesce a restituire le stesse identiche sensazioni dell’originale di due decenni fa, in una confezione assolutamente al passo con i tempi.
E non è solo una questione estetica.
La grafica è straordinaria, ma è soprattutto il gameplay ad aver subito un intelligente e convincente restyling. Nel rispetto sia di un passato storico, sia delle esigenze dei videogiocatori di oggi.
Infine, Devil May Cry 5, disponibile proprio a partire da oggi, è un altro grande centro per Capcom. Graficamente superbo, il nuovo capitolo della saga di Dante e compagni offre anche uno dei migliori e più rifiniti sistemi di combattimento visti nella serie DMC, ma anche in tutto il genere dei cosiddetti Stylish Action Game.
Non raggiunge, a mio avviso, le vette di un Bayonetta, ma ci va abbastanza vicino. Di sicuro, è un ulteriore segno di come sia in forma, in questo periodo, la software house di Osaka. Non ci resta che aspettarci altri grandi titoli, quindi, da questa storica azienda.