Vita quotidiana: organizzati si nasce o si diventa?

Un manuale pratico ci insegna a rimediare al disordine che a volte domina la nostra casa e la nostra testa

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Siete di quelli che riescono a vestirsi in un lampo, sanno sempre dove si trovano le chiavi dell’auto e riescono a pagare le bollette senza farle scadere? Se la risposta è sì, complimenti: siete persone ordinate e organizzate. In caso contrario, non disperate: l’ottimizzazione dello spazio e del tempo si possono imparare (almeno entro certi limiti), in modo da raggiungere una corretta gestione dello spazio e del tempo e da poter vivere meglio e con maggiore soddisfazione.

Come spiega Daniela Faggion nel suo libro “Tutto a posto! – Come gestire al meglio i nostri spazi e la nostra vita” (Morellini Editore), organizzarsi è possibile e lo è per tutti. Non è sempre un fatto spontaneo, tanto è vero che negli ultimi anni è nata addirittura una figura professionale specializzata nell’organizzare il tempo altrui: è il professional organizer riconosciuto e accreditato in Italia dal 2013 anche da una associazione di categoria, la APOI (Associazione Professional Organizer Italia). L’arte di tenere in ordine la casa, liberandosi del superfluo che crea ingombro e confezione (Decluttering) e creando nuovo spazio per ciò che serve davvero e che deve essere a portata di mano (Space clearing) è una disciplina che stiamo imparando dai cultori per eccellenza, i popoli del Nord, che per ragioni climatiche sono costretti a concentrare gran parte della vita sociale nell’ambito della casa, e dai giapponesi, abituati a vivere in piccoli spazi e a muoversi in modo estremamente disciplinato. Noi latin abbiamo però bisogno di qualche adattamento.

LO SPAZIO - Essere organizzati e mantenere l’ordine non sono la stessa cosa, ma sono due realtà strettamente collegate uno all’altra: cercare di organizzare uno spazio (o la nostra giornata) senza prima aver fatto ordine ed essersi liberati di quello che non serve più è come cercare di vuotare il mare con un cucchiaino. Naturalmente, il passaggio dal caos completo all’ordine perfetto non avviene in un colpo solo, come sostiene ad esempio il metodo giapponese proposto da Marie Kondo nel suo libro "Il magico potere del riordino": meglio procedere per piccoli passi, anche nei piccoli intervalli di tempo.

IL TEMPO - Il fatto di avere poco tempo a disposizione per dedicarsi al riordino è proprio una delle difficoltà maggiori che si incontra quando ci si propone di sottrarre la casa al dilagare del caos. A questo proposito, Daniela Faggion propone di utilizzare il “metodo del Pomodoro”, inventato dal programmatore italiano Francesco Cirillo, autore del libro “ The Pomodoro Technique”: questa tecnica punta a farci lavorare seguendo i ritmi del nostro corpo e della nostra mente, per ottenere la massima efficienza senza mai arrivare allo stremo delle energie. Il pomodoro in questione è un comune timer da cucina (spesso ha questa forma, ma ovviamente il suo aspetto esterno è ininfluente). Si pianifica un’unità di trenta minuti, impostando anche la relativa segnalazione acustica, e ci si dedica a ripulire un cassetto, un armadio, uno spazio o una parte di esso per questa unità di tempo, senza interruzioni e con la massima concentrazione. Gli ultimi cinque minuti sono da dedicare al riposo, una pausa che non può essere saltata. Il Pomodoro diventa così la nuova unità di tempo in cui suddividere tutte le nostre attività. Ogni quattro Pomodori la pausa deve allungarsi fino a 10-15 minuti. Se ci si interrompe per qualsiasi altro motivo, occorre ripartire da capo con il calcolo del tempo.

IL DECALOGO – Per organizzare e tenere in ordine la casa, Daniela suggerisce un decalogo di dieci regole d’oro da imparare a memoria e da tenere presenti specie se si ha poco tempo per riordinare:
1 I mobili non sono nascondigli. Riponiamo oggetti puliti e disposti in modo da trovarli facilmente.
2. Il letto non è una cuccia. Va rifatto ogni mattina e sarà il segnale di un primo obiettivo raggiunto.
3. L’armadio non è un sarcofago. Va aperto e arieggiato e deve contenere solo le cose che adoperiamo davvero.
4 Il bagno non è un ripostiglio. Ci dà il buongiorno ogni mattino, deve essere un luogo piacevole.
5. La cucina non è una mensa, né un magazzino. I piatti non vanno lasciati nel lavello e il cibo deve essere conservato con cura.
6. Il tavolo non è uno svuotatasche. Non va usato per appoggiare cose, nemmeno di passaggio.
7. La gimcana è una competizione all’aperto. Non va fatta fra mobili, libri, giocattoli e altri oggetti.
8. Il garage ospita l’auto e i mezzi di trasporto. Nient’altro.
9. La cantina è nata per il vino, non per gli Accumulatori Anonimi.
10. La soffitta guarda il cielo, vuole restare leggera.

DA BUTTARE SENZA PIETÀ : - Infine un mini elenco di cinque cose da sfrattare a tutti i costi da armadi e cassetti, chiunque noi siamo:
1. calzini bianchi;
2. intimo sdrucito,
con elastici molli e colori sbiaditi;
3. grucce della tintoria;
4. il poncho delle superiori, cioè tutto ciò che “ha già dato” perché appartiene a un’altra epoca;
5. abiti sformati. Possiamo indossare vestiti comodi senza per forza sembrare dei sacchettoni.