Manovra, la Camera ha approvato la fiducia tra le proteste delle opposizioni
Seduta convulsa, sabato, prima della votazione, con Forza Italia che ha bloccato i lavori e il Pd che ha attaccato la maggioranza. Nel pomeriggio di domenica il voto finale sulla legge di Bilancio
Sabato il governo ha ottenuto la fiducia sulla Manovra anche alla Camera, con 327 voti favorevoli e 228 voti contrari, tra le proteste delle opposizioni in una corsa contro il tempo per evitare l'esercizio provvisorio che scatterebbe dal 1 gennaio. I deputati di Forza Italia si sono presentati in aula indossando gilet azzurri con scritto "basta tasse" mentre fuori dal palazzo il Pd ha organizzato un sit-in. L'ok finale è atteso nel pomeriggio di domenica.
Fiducia approvata, ma è caos fino alla fine - E' stata una giornata convulsa quella di sabato a Montecitorio con accuse reciproche e insulti tra maggioranza e opposizioni; l'Aula è stata sospesa più volte dal presidente della Camera Roberto Fico. Il tutto a poco più di 48 ore dal limite ultimo per approvarla, il 31 dicembre, giorno in cui il presidente della Repubblica dovrà apporre la propria firma.
Gli attacchi incrociati di Pd e Forza Italia - Durante i lavori dell'Aula Pd e Forza Italia si sono quindi alternati con il lancio di accuse contro la maggioranza. Il governo ha incassato l'ultima fiducia del 2018 su una Manovra fatta "sapendo che non ne farete un'altra e che scarica i costi sulle generazioni future", ha attaccato il capogruppo Dem Graziano Delrio, mentre Forza Italia consuma l'ennesimo strappo dall'ormai ex alleato, accusato di "alto tradimento". L'esecutivo ha prodotto una legge che è "un mix di pauperismo e dilettantismo che l'Italia non può permettersi di subire a lungo", ha affermato Silvio Berlusconi mentre con una buona ora di ritardo i deputati cominciano a sfilare per la chiama davanti ai banchi del governo.
Le accuse a Roberto Fico e la replica - Ci sono quasi tutti, ad assistere, a partire dal premier Giuseppe Conte e dal ministro dell'Economia, Giovanni Tria. Presente Luigi Di Maio, assente (ma è senatore) il suo "omologo", Matteo Salvini. E assistono all'escalation di tensione in Aula, e di sfoghi delle opposizioni contro Fico, accusato ad esempio dal Pd di non essere imparziale per non aver censurato le "offese" della deputata M5S Teresa Manzo, "colpevole" di avere accusato i dem "di un reato, difendere i truffatori delle banche", come dice Emanuele Fiano, uno dei più accalorati in Aula.
Sulla mancata imparzialità nella gestione dell'Aula, il presidente della Camera ha replicato: "Nel mio giudizio personale io censuro tutti sempre allo stesso modo se vanno censurati". In seguito a un intervento di Giachetti in cui lo incalzava ha poi precisato: "Io il mio ruolo lo interpreto come terzo e completamente imparziale, conosco benissimo il senso e l'importanza di questo ruolo", comunque "guarderò il resoconto stenografico e valuterò. Non c'è dubbio che se ci sono offese vanno censurate".
Di Maio: "Nervosi, si oppongono ad aiuti per i deboli" - "Mi stupisce che molti si scandalizzino per quello che l'opposizione ha fatto in aula in questi giorni. Noi abbiamo fatto lo stesso quando stavamo all'opposizione. Noi quando facevamo opposizione difendevamo i pensionati minimi, le pmi, i disoccupati e quelli che finivano nella morsa dell'azzardopatia e tante altre fasce deboli. Questi qui invece lo fanno per opporsi a un aiuto vero a tutti i disoccupati, a chi vive sotto la soglia di povertà, a chi è stato truffato da quelle banche che loro hanno salvato", ha scritto Di Maio su Facebook commentando gli attacchi delle opposizioni, "nervose" perché oggi "vedono cadere tutte le teorie con cui hanno ipnotizzato gli italiani per anni". Il governo sta andando incontro ai bisogni di chi "si è sentito abbandonato fino al 4 marzo", con una manovra, aggiunge il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, "tutta made in Italy" e non certo scritta "sotto dettatura" europea. Ecco spiegato "il ritardo" con cui arriva l'approvazione.