Manovra, le novità: le neomamme potranno lavorare fino al nono mese, un giorno in più ai papà per il congedo
Cinque mesi per la maternità dopo il parto, più ricco il bonus per i nido. Niente carta sconti, invece, per le famiglie di immigrati
Aumenta da 1.000 a 1.500 euro l'anno il bonus per l'iscrizione agli asili nido pubblici o privati e per le neomamme ci sarà la possibilità di lavorare fino al nono mese utilizzando tutti e cinque di mesi per la maternità dopo il parto. Sono alcune delle misure previste negli emendamenti alla Manovra approvati in commissione Bilancio alla Camera. Modifica anche per il congedo di paternità, che passa obbligatoriamente da 4 a 5 giorni.
Donne al lavoro fino al parto, con l'ok del medico - Una donna incinta potrà scegliere se lavorare fino al giorno del parto, con l'ok del medico, e stare con il figlio per cinque mesi dopo la nascita. Salta dunque il divieto attuale di adibire al lavoro le donne in gravidanza durante i due mesi precedenti la data presunta del parto, durante i tre mesi dopo il parto e durante i giorni non goduti prima del parto, qualora il parto avvenga in data anticipata rispetto a quella presunta.
Congedo obbligatorio dei papà sale a 5 giorni - Il congedo obbligatorio per i papà sale di un giorno portandosi da 4 a 5. Viene confermata inoltre la possibilità per il padre di astenersi per un ulteriore giorno (in accordo con la madre e in sua sostituzione in relazione al periodo di astensione obbligatoria spettante a quest'ultima).
Bonus nido sale a 1.500 euro all'anno - Sale a 1.500 euro su base annua il buono per l'iscrizione in asili nido pubblici o privati previsto alla legge di bilancio 2017 e viene esteso a ciascun anno del triennio 2019- 2021. A partire dal 2022 sarà invece un Decreto del presidente del Consiglio a determinare l'importo del bonus per l'iscrizione agli asili nido, che sarà comunque non inferiore a 1.000 euro su base annua.
Lavoro agile: priorità a neomamme e genitori di disabili - Nello stipulare accordi di lavoro "agile", cioè senza vincoli di orari o di luogo, i datori di lavoro dovranno dare priorità alle richieste in arrivo da mamme con figli sotto i tre anni e da genitori di figli disabili. L'emendamento presentato dalla Lega prevede che la Carta per la famiglia (con sconti e riduzioni tariffarie per i nuclei con più di tre figli a carico) sia distribuita fino ai 26 anni dei figli e non più fino ai 18. Il costo stimato è di 1 milione di euro l'anno a valere sul Fondo per la famiglia.
Prorogato l'aumento della Tasi - Confermata la maggiorazione della Tasi nei Comuni che la applicano dal 2015, con un emendamento che permette così di "salvare" i bilanci di molte amministrazioni. L'aliquota potrà essere mantenuta allo stesso livello individuato fino a quest'anno, cioè a un massimo dello 0,8 per mille in più dell'aliquota ordinaria, rimanendo in Comuni come Roma e Milano all'11,4 per mille anziché al 10,6 per mille.
Niente carta sconti per le famiglie di immigrati - Per le famiglie di immigrati non è più prevista la carta sconti. Lo stabilisce un emendamento della Lega approvato tra le modifiche alla Manovra. La carta, istituita nel 2016 per famiglie italiane o "straniere" residenti in Italia, viene così limitata alle sole famiglie italiane "ovvero appartenenti a Paesi membri dell'Ue". Rispetto alla norma precedente rimane il vincolo dei tre figli a carico, ma viene alzato il limite di età da 18 a 26 anni.