"Lavoro in nero nell'azienda di Di Maio senior": ora Renzi e Boschi vogliono le scuse del vicepremier
La sferzata dopo gli attacchi alle loro famiglie per le vicende Consip e Banca Etruria. E Tiziano Renzi su Facebook: "Non fate paragoni"
Dopo che un lavoratore dell'azienda del padre di Luigi Di Maio ha denunciato ai microfoni delle Iene di aver lavorato in nero alle dipendenze del genitore del vicepremier, Matteo Renzi e Maria Elena Boschi non ci stanno. Pretendono le scuse del ministro per lo Sviluppo economico per gli attacchi subiti contro le rispettive famiglie durante la scorsa legislatura in riferimento al caso Consip e Banca Etruria.
Renzi: Di Maio chieda scusa alla mia famiglia - "Quando ho visto il servizio delle Iene, mi sono imposto di non dire nulla. Di fare il signore, come sempre. Sono anche convinto che le colpe dei padri non debbano ricadere sui figli e questo lo dico da sempre, a differenza di Di Maio che se ne è accorto adesso. Ma qui, all'una di notte, non riesco a far finta di nulla. Non ce la faccio", scrive Renzi in un post su Facebook.
"Rivedo il fango gettato addosso a mio padre. Rivedo la sua vita distrutta dalla campagna d'odio del M5s e della Lega. Rivedo mio padre che trova le scuse per non uscire di casa perché non vuole incrociare gli sguardi dopo che i media lo presentano come già colpevole. Rivedo mio padre sul letto d'ospedale dopo l'operazione al cuore. Rivedo mio padre che non si ferma all'Autogrill o resta in macchina per non essere riconosciuto. Rivedo mio padre preoccupato per cosa diranno a scuola i compagni di classe dei nipoti. Rivedo un uomo onesto schiacciato dall'aggressione social coordinata da professionisti del linciaggio mediatico".
E l'ex premier punta il dito proprio contro il ministro per lo sviluppo economico: "Sono certo che Di Maio figlio sia il capo del partito che è il principale responsabile dello sdoganamento dell'odio. Hanno educato, stimolato e spronato a detestare chi provava sinceramente a fare qualcosa di utile. Hanno ucciso la civiltà del confronto. Hanno insegnato a odiare. Non dobbiamo ripagarli con la stessa moneta". E invoca le scuse del vicepremier: "Ma prima di fare post contriti su Facebook
chiedano almeno perdono alla mia famiglia per tutta la violenza verbale di questi anni. Se Di Maio vuole essere credibile nelle sue spiegazioni prima di tutto si scusi con mio padre e con le persone che ha contribuito a rovinare. Troverà il coraggio di farlo?"
Boschi: Di Maio senior le auguro di non vivere quello che suo figlio ha fatto a me - Maria Elena Boschi opta invece per un video in cui si rivolge al diretto interessato, cioè al "padre del ministro del lavoro nero e della disoccupazione di questo Paese". "Caro signor Di Maio le auguro di non vivere mai quello che suo figlio e gli amici di suo figlio hanno fatto vivere a mio padre e alla mia famiglia. Io le auguro di dormire sonni tranquilli, di non sapere mai cos'è il sentimento di odio che è stato scaricato addosso a me e ai miei, di non sapere mai cos'è il fango dell'ingiustizia che ti può essere gettato contro. Perché caro signor Di Maio il fango fa schifo come la campagna di Fake news su cui il M5s ha fondato il proprio consenso".
Il Pd ora chiede a Di Maio di riferire in Aula, nella scorsa legislatura era stato il leader del M5s a rivolgere sul blog domande all'ex premier sul caso Consip creando un hashtag ad hoc: #RenziConfessa. Mentre Di Battista tuonava: "Il ministro Boschi ha un conflitto d'interessi grande non come una casa, come una banca".
La replica del M5s - "Renzi e la Boschi sostengono che 'abbiamo buttato fango' su di loro ma purtroppo
abbiamo detto e raccontato solo la verità". Lo ha dichiarato, in una nota,
Francesco Silvestri, portavoce del M5s. "Parlano le carte dei magistrati: il padre di Renzi - e il suo braccio destro, Lotti - sono tutt'ora indagati nell'inchiesta Consip. Il Pd ha partorito ministri come la Boschi e il suo vergognoso 'salva banche', un decreto che potremmo definire 'salva papa'', dato che evitò il fallimento di Banca Etruria. Di tutt'altra natura, invece, è il servizio delle Iene sul padre Di Maio. Parliamo di una vecchia vicenda avvenuta tra il 2009 e il 2010, in cui non c'entra in alcun modo il lavoro di questo Governo e del Ministro Luigi Di Maio che all'epoca aveva solo 24 anni e non ricopriva alcuna carica pubblica. E' impensabile paragonare le vicende", conclude Silvestri.
Tiziano Renzi: "Non mi paragonate al papà di Di Maio" - Sul caso interviene anche il padre di Matteo Renzi: "Chiedo cortesemente di non essere accostato a personaggi come il signor Antonio Di Maio. Io non ho mai avuto incidenti sul lavoro in azienda e se si fossero verificati mi sarei preoccupato di curare il ferito nel miglior ospedale, non di nascondere il problema. Non ho capannoni abusivi, non ho dipendenti in nero, non dichiaro 88 euro di tasse. Sono agli antipodi dall'esperienza politica missina", scrive su Facebook Tiziano Renzi aggiungendo: "Ho preso l'impegno di vendere l'azienda e lasciare le mie attività".