Manovra, ecco cosa rischia l'Italia con la procedura di infrazione

Le possibili sanzioni vanno da una multa fino a 9 miliardi di euro al congelamento dei fondi strutturali. Il governo prepara le contromosse, tra cui si ipotizza la vendita degli immobili dello Stato

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La Commissione europea ha bocciato la Manovra italiana aprendo la strada alla procedura d'infrazione, non trovando novità nella lettera inviata dal governo italiano. Del resto l'esecutivo Conte, finora, ha scelto la strada della fermezza. Ma cosa comporta la  procedura di infrazione? In primo luogo gli occhi dei tecnici dell'Unione europea sulle casse dello Stato e poi, se Lega e 5 Stelle non rivedessero il testo, delle pesanti sanzioni per il Paese.

Multa fino a 9 miliardi di euro Nel peggiore dei casi, se si dovesse arrivare a gennaio ed attivare la procedura di infrazione, l’Italia rischierebbe sanzioni fino a 9 miliardi di euro. Prima della loro attivazione l’Unione europea dà al governo ulteriori possibilità di conformarsi ai parametri comunitari. Ogni sei mesi il Paese è tenuto a inviare report aggiornati sul bilancio. Periodicamente, inoltre, i conti statali sarebbero sottoposti al controllo dei tecnici europei. Se però Lega e Movimento 5 Stelle continuassero a non tenere in considerazione le richieste di Bruxelles, i vertici europei potrebbero usare il pugno duro. Le sanzioni economiche sono calcolate in base a vari elementi: l’importanza delle norme non rispettate e gli effetti della violazione degli interessi generali, il periodo in cui il diritto dell’Unione europea non è stato applicato e la capacità del Paese di pagare. La multa massima con cui l'Ue può colpire uno Stato membro è pari allo 0,5% del Pil. Nel caso dell'Italia si aggirerebbe intorno ai 9 miliardi di euro. Si parte però da una sanzione minima equivalente allo 0,2% del Pil.

Congelamento dei fondi strutturali Un'altra sanzione prevista in caso di attivazione della procedura di infrazione è il congelamento dei fondi strutturali. Questi sono i finanziamenti che l’Unione europea dà agli Stati membri per effettuare investimenti volti a favorire la crescita economica e occupazionale del Paese. L’Italia è tra i membri che ne beneficiano maggiormente. Il suo congelamento comporterebbe una perdita significante per le casse italiane. Nel periodo 2014-2020, infatti, l'Italia può contare su 73,67 miliardi dati tramite i cinque fondi strutturali europei: Fondo agricolo per lo sviluppo rurale, per la coesione, per lo sviluppo regionale, per la pesca e fondo sociale.

Via dal programma di acquisto di titoli di Stato della Bce L'avvio della procedura di infrazione potrebbe comportare anche l'interruzione dei prestiti concessi dalla Banca europea degli Investimenti. L'Italia potrebbe, inoltre, perdere l’accesso al programma di acquisto di titoli di Stato della Bce. E l'Europa potrebbe obbligare il Paese a fornire ulteriori informazioni prima di emettere titoli di Stato.

La procedura di infrazione: sarebbe la prima volta nella storia dell'Ue La scelta del governo ha aperto la strada della procedura d’infrazione per debito eccessivo (Edp). E’ la prima volta che accade nella storia dell'Unione europea. Fino a ora erano rientrati in Edp solo quei Paesi che avevano sfiorato il deficit al 3% del Pil. In quel caso però rientrare nei vincoli europei era semplice: bastava portare il disavanzo sotto quella quota. Per l'Italia è diverso. La procedura di infrazione si lega al debito (131% del Pil in Italia) e non al deficit. Nel caso di attivazione della procedura di infrazione, l'Italia potrà uscirne solo se rispetterà la regola del debito. Quindi solo se riuscirà a tagliare annualmente il 3,5% di questo per tre anni consecutivi. Si parla di circa 60 miliardi di debito annui.

Finora la regola del debito non è mai stata rispettata In realtà, negli ultimi anni l’Italia non ha mai rispettato la regola del debito. Ma è sempre riuscita a sventare la procedura di infrazione perché riusciva a conformarsi agli obiettivi di medio termine fissati dai parametri europei.

Cosa succede adesso Il parere espresso dalla Commissione di bocciatura della Manovra italiana passerà, poi, al Consiglio dell'Unione europea per essere discusso i primi di dicembre. Entro 15 giorni, intorno al 6 dicembre, dovrebbe arrivare anche il parere dell’Ecofin, consiglio dei ministri dell’Economia e delle Finanze degli Stati membri dell’Unione europea. Tra i compiti della Commissione c'è anche quello di produrre la raccomandazione contenete le misure correttive. L’attivazione della procedura di infrazione dovrebbe avvenire il 22 gennaio. Nello stesso giorno l’Ecofin dovrebbe approvare una raccomandazione con il “percorso correttivo”. La procedura di infrazione, in base al lungo iter previsto dalle norme europee, dovrebbe far vedere i primi effetti nella primavera del 2019.

La contromossa del governo: in vendita gli immobili dello Stato Qualora la situazione del debito pubblico precipitasse, il piano al varo dell'esecutivo Lega-M5s prevedrebbe anche l'istituzione di un Fondo Patrimoniale dove far confluire e mettere in vendita gli immobili dello Stato.