Fmi: in Italia l'incertezza politica aumenta rischi per le banche

"Sul piano della politica di bilancio è necessario un consolidamento credibile per salvaguardare i conti pubblici", spiega il Fondo monetario internazionale parlando della situazione italiana

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Il Fmi torna a palare di Italia, spiegando che "se dovessero riemergere preoccupazioni sul mercato sulla politica di bilancio, il rischio è quello di riaccendere il legame fra banche e debito sovrano e le tensioni sul mercato potrebbero diffondersi ai mercati dei bond in Europa". I "recenti eventi in Italia suggeriscono che il legame fra banche e debito sovrano resta un importante canale di trasmissione di rischio", ha quindi aggiunto il Fmi.

"Gli spread italiani si sono ampliati. Dobbiamo guardare al processo politico per vedere se si arriva a un compromesso che il mercato reputa sostenibile", ha quindi spiegato Tobias Adrian, responsabile del Global Financial Stability Report, commentando le tensioni sul mercato italiano.

"Consolidamento credibile per tutela conti" - "Il nostro consiglio all'Italia è costante da anni: sul piano delle politica di bilancio è necessario un consolidamento credibile e notevole nel medio termine per salvaguardare i conti pubblici e per mettere il debito su una traiettoria di calo", ha aggiunto il responsabile del Fiscal Monitor del Fmi, Vitor Gaspar. "Questo è particolarmente importante per posizionare l'Italia in modo che possa minimizzare i rischi qualora si materializzino".

"Più poveri che nel 2008, Paesi riducano debito" - La necessità di ridurre il debito pubblico non rappresenta però un problema esclusivamente italiano. Le "ferite lasciate dalla crisi sono ancora evidenti e mettono in evidenza l'importanza per i governi di ridurre il debito e investire in asset di alta qualità", spiega infatti il Fmi, sottolineano che la ricchezza pubblica è minore ora di quanto non lo fosse nel 2008. In uno studio che prende in considerazione 31 Paesi che rappresentano il 61% dell'economia globale, il Fmi osserva come la loro ricchezza pubblica è 11.000 miliardi di dollari inferiore rispetto a prima della crisi.