Salvini indagato, sui social rispunta un tweet del 2016 di Luigi Di Maio contro Alfano: "Si dimetta in cinque minuti"
L'allora ministro dell'Interno era stato indagato per abuso d'ufficio. Renzi: "Noi non gli chiediamo di far dimettere Salvini in cinque minuti. Loro parlavano di onestà, dovrebbero scoprire la civiltà"
Bufera social sul vicepremier Luigi Di Maio. Poche ore dopo l'ufficializzazione dell'iscrizione nel registro degli indagati di Matteo Salvini per la vicenda Diciotti, sul web è rispuntato un tweet di Di Maio, pubblicato nel 2016 quando sotto indagine finì l'allora ministro dell'Interno, Angelino Alfano. "Alfano indagato per abuso d'ufficio. Le nostre forze dell'ordine non possono avere il loro massimo vertice indagato. Si dimetta in 5 minuti!", scriveva il capo politico del M5s.
Parole che ora rischiano di diventare un boomerang per il governo gialloverde. "Di Maio chiedeva le dimissioni 'in cinque minuti' per Alfano ministro dell'Interno indagato per abuso d'ufficio. Ora che ad essere indagato è il suo alleato ministro Salvini, anche per sequestro di persona e arresto illegale, quanti minuti chiede Di Maio per lasciare il Viminale?", scrive su Twitter il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi.
Boschi: "Di Maio ha una doppia morale" - "Questo è il giustizialismo cinque stelle che ha manganellato tanti innocenti e io ne so qualcosa - incalza Maria Elena Boschi su Facebook -. Con i loro avversari sono violenti, con i loro alleati come Salvini sono silenziosi. Di Maio ha una #doppiaMorale, ma nessuna dignità".
Renzi: "Scoprano la civiltà" - Anche Matteo Renzi va all'attacco con questo tweet: "Non chiediamo a DiMaio di far dimettere #Salvini "in 5 minuti". No! Noi diciamo solo a DiMaio che la sua #DoppiaMorale è una vergogna civile. E che manganellare via web gli avversari quando fa comodo non è politica, ma barbarie. Parlavano di onestà, dovrebbero scoprire la civiltà".
l Ministro ha fatto marcia indietro ma la vergogna della Diciotti lascera’ il segno. Stanotte i migranti sono finalmente scesi a terra e hanno raggiunto l’hotspot di Messina, come avvenuto in tante analoghe operazioni di salvataggio. I proclami capricciosi del ministro degli Interni non hanno bloccato nulla. Ma una nave della nostra Guardia costiera è stata prima tenuta fuori dal porto e poi costretta a trattenere a bordo le persone soccorse, ridotte ad ostaggi da una propaganda ignorante delle leggi italiane.
Gentiloni: "Il governo si piega a un solo ministro. Dov'è la cabina di regia?" - Pesante anche l'affondo dell'ex premier Paolo Gentiloni, che scrive su Facebook: "Il governo si è piegato alle scelte di un singolo Ministro, e l’Italia a furia di minacce è rimasta sola in Europa. Che fine ha fatto la sbandierata cabina di regia? Una riunione di due giorni fa sull'emergenza arrivi in Spagna è stata presentata come un vertice sulla Diciotti. Risultati? Zero. Ora minacciamo riserve sul bilancio Ue. Peccato che la discussione, appena iniziata, andrà avanti fino al 2020. Risultati? Zero. La situazione degli sbarchi, che da circa un anno è sotto controllo, viene drammatizzata a tavolino: serve un nemico, possibilmente straniero. Questo governo sta portando l'Italia ad essere sempre più sola e circondata da ostilità e fastidio. Speriamo bene".
La replica di Di Maio: "Tweet non era legato all'indagine a suo carico" - "Per chiedere le dimissioni di Alfano non c'è bisogno di un'indagine a suo carico, Alfano si deve dimettere in quanto tale. Era questo quello che dicevamo", si è difeso Di Maio nel corso di una diretta su Facebook. "All'epoca ogni motivazione era buona per mandare a casa Alfano, lui doveva dimettersi in quanto Angelino Alfano". Oggi invece, continua Di Maio, "stiamo parlando di una decisione politica presa dal governo e l'atto dovuto al ministro dell'Interno, in quanto titolare di quelle decisioni, è l'indagine a suo carico".