Dl dignità, lunedì il decreto arriva in Parlamento ma le critiche non si arrestano
Il ritorno dei voucher fa arrabbiare i sindacati: "Sono una schifezza". Lunedì il provvedimento in Aula
Arriva in Aula lunedì il decreto Dignità approvato dalle commissioni Finanze e Lavoro. Soddisfatto Di Maio ma per i sindacati il provvedimento ha "luci e ombre": bene contrasto a delocalizzazioni e ludopatia, meno bene il ritornodei voucher. Critica la Camusso: "La mia sensazione è che il decreto non sia all'altezza di usare il nome dignità. Quindi chiamatelo decreto Di Maio che forse permette di ricondurlo allasua immediata natura".
Bocciato dai sindacati il ritorno dei voucher - Sui voucher la Camusso va giù pesante e li definisce "una schifezza", mentre va avanti la battaglia (dopo il referendum dell'anno scorso promosso dal sindacato per cancellarli, poi saltato perché abrogati con un decreto legge dal governo Gentiloni). Ora la Cgil ha lanciato con la petizione "NOvoucher" e la mobilitazione tornando in piazza la prossima settimana in concomitanza con la discussione e il voto in Aula. Ma netto è il no anche di Cisl e Uil. "Malissimo e vergognosi i nuovi voucher", dice il segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra. "Avremmo preferito un po' piu' di determinazione nella pur positiva stretta sui contratti a termine e, soprattutto, non avremmo voluto che si riallargassero le maglie per i voucher", sostiene anche il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo.
I "nuovi" voucher - Ultimo punto di attrito interno alla maggioranza, ma anche con i sindacati, è l'allargamento dei voucher, mal visti dal Movimento 5 Stelle ma non dalla Lega. Il compromesso trovato prevede che imprese agricole, piccoli alberghi, strutture ricettive del turismo ed enti locali possano utilizzare i buoni lavoro non più per tre ma per 10 giorni. Per le aziende agricole rimane il limite dimensionale di 5 dipendenti, mentre per quelle turistiche viene fissato a 8. Il pagamento può essere effettuato non solo in banca ma anche negli uffici postali trascorsi 10 giorni dalla prestazione di lavoro. Come già previsto, a lavorare con i voucher potranno essere solo pensionati, studenti sotto i 25 anni, disoccupati e percettori di forme di sostegno al reddito. Per confermare l'appartenenza ad una di queste categorie basterà presentare telematicamente un'autocertificazione all'Inps.
Come cambia il lavoro col Dl Dignità - Il lavoro cambia: i contratti a termine diventano più brevi e meno vantaggiosi. I nuovi voucher si estendono anche al turismo. Gli incentivi alle assunzioni stabili aumentano la loro platea. Il superamento del Jobs act voluto dal Movimento 5 Stelle con il decreto dignità, ribattezzato oggi da Luigi Di Maio "dignità 2.0" dopo le modifiche parlamentari, porta con sè una stretta antiprecarietà a cui si accompagna però anche l'allargamento dei "Presto", gli strumenti di pagamento del lavoro occasionale, sponsorizzato dalla Lega. Infine un'estensione del bonus giovani nato con i governi Pd, inserito e finanziato in extremis durante l'esame alla Camera, per placare gli animi degli imprenditori, sul piede di guerra contro la nuova impostazione sul lavoro a tempo determinato.
Il cardine del cambiamento sta infatti proprio nella riduzione della durata massima dei contratti a termine. Rispetto alla disciplina finora vigente, che fissa il limite a 36 mesi, si passa ad un tetto di 12 mesi, rinnovabile, solo in alcune ipotesi da rendere esplicite con apposite causali, per un massimo di 24 mesi. Le imprese potranno cioè allungare il rapporto di lavoro per "esigenze temporanee e oggettive", estranee all'ordinaria attività, per la sostituzione di altri lavoratori oppure per necessità connesse ad incrementi temporanei, "significativi e non programmabili", dell'attività ordinaria. Se le imprese non rispetteranno questa regola, come "sanzione" antiprecarietà, è stato stabilito che superati i 12 mesi di contratto a termine, se non verranno indicate le causali dei rinnovi, il contratto si trasformerà automaticamente in stabile. Le causali non varranno però per le attività stagionali, per le quali rinnovi e proroghe possono essere concordate anche in assenza di esigenze specifiche.
In "salvo" le colf - Ulteriore stretta riguarda il numero massimo di proroghe, ridotto da 5 a 4, con l'unica eccezione, come già previsto, delle start up innovative nei primi 4 anni di attività. Per ogni rinnovo scatta un aumento contributivo dello 0,5% aggiuntivo rispetto all'1,4% già previsto dalla legge Fornero. L'unica eccezione riguarda il lavoro domestico: per le famiglie niente "tassa" dunque su colf e badanti. Una vera e propria rivoluzione dunque che non scatterà però subito, con l'entrata in vigore del provvedimento, ma dal primo novembre. Fino al 31 ottobre è infatti stato deciso di concedere un "periodo transitorio" nel quale, per i contratti in essere, varranno le norme in vigore.