Spagna, arrivati a Valencia i migranti a bordo dell'Aquarius
Dopo nove giorni in mare, toccano la terraferma i superstiti, trasportati anche dalla nave Dattilo della Guardia costiera italiana e dalla Orione della Marina militare italiana
Dopo nove giorni in mare approdano finalmente sulla terraferma i 629 migranti soccorsi al largo della Libia che erano a bordo della nave Aquarius. Un primo gruppo, composta da 274 persone, è arrivato nel porto di Valencia a bordo della nave Dattilo della Guardia costiera italiana. Circa tre ore dopo è giunta anche l'Aquarius con a bordo 106 persone, mentre l'ultima imbarcazione, Orione della Marina militare italiana, con 249 profughi è arrivata alle 13.
Le operazioni di attracco sono state accompagnate da un lungo applauso a bordo della Dattilo. Al molo 1 del porto di Valencia sono stati allestiti due grandi
tendoni della Croce Rossa, dove sono stati effettuati i primi controlli sanitari sui migranti. Le donne incinte, i bambini e quelli che sono in condizioni precarie di salute sono stati trasferiti portati in ospedale, mentre tutti gli altri saranno indirizzati nei vari
centri di accoglienza disposti dalla Generalitat valenciana in tutta la regione.
L'ingresso delle singole navi è avvenuto a tre ore di distanza l'uno dall'altro: una scelta fatta per permettere
la migliore assistenza possibile a tutti i migranti dopo la dura prova di resistenza che hanno dovuto affrontare. Sulla banchina del molo sono accorsi circa 700 giornalisti da ogni parte d'Europa, tenuti ad una distanza di circa 200 metri dal punto di attracco delle navi.
Msf: "Governi dell'Ue assenti" - Sulla vicenda è intervenuta anche l'organizzazione di Medici senza frontiere: "Fino a che i governi europei non si prenderanno le loro responsabilità, la nave Aquarius sarà obbligata a continuare a condurre operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo".
Lo striscione che accoglie i migranti: 'Welcome home" - "Welcome home", "Benvenuti a casa": è la scritta che campeggia sullo striscione scritto in varie lingue, tra cui il catalano, la lingua locale e l'arabo, che i migranti di Aquarius hanno trovato sbarcando nel porto di Valencia. Ad accogliere le 629 persone un team di oltre duemila persone, tra cui mille volontari della Croce Rossa e 470 traduttori. I profughi provengono da 26 Paesi principalmente africani, ma anche daAfghanistan, Bangladesh e Pakistan.
Migrante a bordo: "Italia ci ha respinto, Dio no" - "La guardia costiera ci ha salvati. Piangevamo tutti perché eravamo da 20 ore in mare e loro ci hanno tranquillizzato. Mi chiedo perché l'Italia ci ha respinto. Ci deve essere una ragione. Qualsiasi cosa accada, c'è sempre una ragione. Ma Dio ha un piano migliore per noi. L'Italia ci ha respinto ma Dio non lo farà mai". Queste le parole di uno dei migranti a bordo dell'Aquarius rilanciate da Medici senza frontiere.
Intersos: "Sull'Aquarius chiedevano solo una casa" - "Vogliamo raggiungere la terra, vogliamo solo una casa per riposarci": i migranti a bordo dell'Aquarius lo hanno ripetuto più volte agli operatori di Intersos-Unicef che li hanno accompagnati a Valencia. "Abbiamo dovuto fare di tutto per spiegare loro di non mollare - ha raccontato Sidonie Nsiako, operatrice del Camerun di Intersos a bordo di nave Dattilo della Guardia costiera -. Abbiamo spiegato più volte che il viaggio era lungo, ma alla fine ce l'avrebbero fatta e stamattina, quando hanno visto la città, hanno cantato e ballato. Ringraziavano Dio per essere finalmente arrivati".
A bordo di nave Dattilo ci sono
60 minori non accompagnati, 52 marchi 2 8 femmine. "Ora sono tranquilli - ha detto Sidonie - ma hanno vissuto momenti difficili. Abbiamo dovuto fare di tutto per mantenerli calmi e tenerli occupati, per
fare in modo che non pensassero a quello che avevano visto". Alcuni profughi hanno raccontato quando sono finiti in acqua: sul gommone c'erano 118 persone e appena hanno visto i soccorsi hanno iniziato a muoversi tutti da un lato; molti sono finiti in mare, due non li hanno mai ripescati.
Tra le persone cadute in acqua anche un ragazzo rimasto sempre in disparte. Poi si è aperto: "Mi ha raccontato - dice Sidonie - che in Libia lo hanno
violentato più volte. Era sempre triste e solo, ma sabato finalmente ha iniziato a sorridere".
Il Papa: "Servono gesti concreti di solidarietà" - "Condividiamo con gesti concreti di solidarieta' il cammino dei migranti e dei rifugiati". Lo ha affermato Papa Francesco in un tweet nel quale usa l'hashtag #sharejourney (condividi il cammino, ndr) e rilancia la campagna di Caritas che vedrà iniziative a favore di migranti e rifugiati in tutto il mondo, a partire da oggi e fino al 24 giugno.