Il Belgio continua la rivolta contro le loot box nei videogiochi

L'ente Belgian Gaming Commission spinge il governo belga ad andare a fondo per vietare i giochi con microtransazioni nella nazione

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Dopo la presa di posizione da parte del Belgio, che ha dichiarato "illegali" le cosiddette loot box (le casse premio acquistabili in cambio di denaro reale nei videogiochi) paragonandole senza mezzi termini al gioco d'azzardo, l'ente Belgian Gaming Commission procede la sua personale crociata contro il fenomeno delle microtransazioni.

Il responsabile dell'ente, Peter Naessens, ha infatti incitato il governo belga a perseguire penalmente tutti quei giochi che offrissero un sistema di loot box, fino a bandirli dal paese o impedirne la vendita ai minori di 18 anni. In tutta risposta, il Ministro della Giustizia belga Koen Geens incontrerà alcuni rappresentanti dell'industria videoludica per stabilire quale sarà il destino di giochi come OverwatchCounter-Strike: Global Offensive e FIFA 18 nel territorio.

La Belgian Gaming Commission ha proposto la creazione di  permessi specifici per quei videogiochi contenenti loot box e microtransazioni, oltre alla creazione di una  speciale etichetta da applicare sulle confezioni, che indichi esplicitamente la presenza di acquisti opzionali con carta di credito. Tra le altre proposte dell'ente belga spicca anche l'impossibilità di vendere i suddetti prodotti a un pubblico minorenne, imponendo ai rivenditori la  verifica dell'età del consumatore tramite controllo del documento d'identità.

Le proposte della commissione sono numerose e il governo belga sta seriamente considerando tutte le variabili, prima di discuterne con le parti interessate in un meeting che si terrà nei prossimi giorni. Se la mossa dovesse concretizzarsi, è probabile che si scateni una reazione a catena capace di coinvolgere tutti gli altri governi d'Europa al fine di applicare un regolamento conforme in tutte le nazioni del vecchio continente.