Assassin's Creed: un tour nell'Antico Egitto (con tanto di censura)
Assassin's Creed si propone come strumento per imparare la storia... ma lo fa con qualche variazione di troppo
Assassin's Creed è una serie che gode di una popolarità che ha superato il decennio e sembra non fermarsi mai. Ogni gioco è ambientato in un'epoca storica diversa e con ogni capitolo Ubisoft, la casa di sviluppo della lunga saga, ha cercato sempre di superarsi nella ricostruzione storica degli ambienti. Anche con l'ultimo capitolo uscito, Assassin's Creed Origins, l'impatto visivo è sorprendente: il gioco è ambientato nell'Egitto governato da Tolomeo, nel 49 a.c., un Egitto ormai in decadenza, sempre più succube dell'Impero Romano.
Dal 20 febbraio è disponibile un aggiornamento gratuito al gioco, che aggiunge una modalità chiamata Discovery Tour, accessibile dal menu principale del gioco. Questa nuova sezione permette di esplorare il mondo aperto di quest'ultimo Assassin's Creed, senza alcun pericolo che possa interrompere la partita: nessun animale feroce, bandito o guardia pronti ad attaccarci. Anche le icone che indicano le parti interattive del videogioco (mercanti, missioni, eccetera) non sono presenti in questa nuova modalità, che ambisce a raccontare, con approccio didattico, la bellezza dell'Antico Egitto. Con uno scivolone di troppo però: cambiamenti e censure che di didattico hanno proprio poco, frutto di scelte davvero discutibili fatte dal produttore per aggiornare l'Antico Egitto ai dettami del "politically correct" odierni.
Prima di addentrarci nel discorso relativo alla censura, però, vediamo cosa sono i Tour proposti da questa nuova modalità. Sono una settantina e rappresentano di fatto degli itinerari che ci raccontano l'Egitto come fossimo i protagonisti di un documentario interattivo. I Tour si possono raggiungere in diversi modi: a piedi, impersonando uno dei protagonisti del gioco oppure qualche personaggi storico; vi immaginate muoversi a piacimento nei panni di Giulio Cesare, di Cleopatra o dello stesso Tolomeo? Oppure ancora gli itinerari sono raggiungibili usando Senu, l'aquila del protagonista. Questa sorvola l'Egitto e può puntare i Tour, raggiungendoli velocemente e permettendoci anche di godere di una vista stupenda dall'alto. L'ultimo metodo, il più rapido, permette di selezionare i Tour dal menu di gioco, selezionandoli da una serie di liste.
Comunque si decida di raggiungerli, i Tour sono molto semplici. Toccata la prima icona comparirà una scia luminosa che dovremo seguire, lungo la quale appariranno diversi altri segnali. Ognuno di questo, una volta che ci saremo avvicinati, farà partire un breve audio che ci spiegherà quello che stiamo osservando in quel momento, che sia un monumento, una città, oppure un lavoro particolare, come la mummificazione. Insomma, con Discovery Tour l'Egitto diventa un gigantesco museo a nostra disposizione, dimostrando come se già prima era possibile imparare dai videogiochi, ora possono per essi farsi didattica, e insegnare senza nessun tipo di filtro.
C'è anche l'elemento di gioco, in Discovery Tour, anzi, di collezionismo. La voce Passaporto segna con una spunta i Tour che abbiamo completato, spingendoci ad ascoltarli tutti. Sono divisi per aree tematiche, ci sono quelli dedicati ai Romani, quelli dedicati alla città di Alessandria, oppure quelli dedicati alla vita quotidiana nell'antico Egitto; ci raccontano la moda, la politica, le tradizioni, l'arte e il commercio. Non durano più di una decina di minuti l'uno quindi sono adatti anche a brevi partite. L'idea di Ubisoft è quella di raccontare anche l'impegno promulgato dal suo team nel ricostruire il più possibile un regno così antico come quello dell'Egitto e i Tour offrono anche curiosità sullo sviluppo del gioco, comprese alcune libertà che gli sviluppatori si sono presi per venire incontro ad alcune lacune di informazioni su un periodo storico così arcaico, oppure per facilitare la vita al giocatore stesso. Un esempio su tutti: solo i sacerdoti potevano avere accesso ai recessi dei templi o delle zone religiose; in Assassin's Creed Origins sono però esplorabili liberamente, per evitare al giocatore una pesante frustrazione durante le fasi di gioco.
E la censura dov'è? Sostanzialmente nella scelta di Ubisoft, che ha fatto discutere parecchio in questi giorni, di censurare alcune statue o disegni di nudo presenti nel Discovery Tour, a quanto pare per non urtare la sensibilità o la cultura di nessuno. Anche alcuni retroscena svelati nei Tour hanno fatto alzare più di un sopracciglio, come la presenza di ragazzine nelle scuole che si incontrano nel gioco. Nell'Antico Egitto l'istruzione era vietata alle donne, ma Ubisoft ha voluto inserirle comunque per dare un messaggio di uguaglianza e parità dei sessi. Questi due fattori in particolare hanno fatto muovere accuse di censura, di paura per la libertà di espressione per l'arte, di inaccuratezza storica nata dal poco coraggio di descrivere una società per quello che era, con i limiti della mentalità dell'epoca.
Il Discovery Tour, come detto, si pone in termini didattici e negli Stati Uniti c'è volontà di usarlo anche in occasioni che esulino dall'ambiente videoludico, tanto che non è stato classicato con un Vietato ai Minori, com'è successo per il gioco. Volendo Ubisoft proporlo a un pubblico di ragazzi molto piccoli, forse si è vista costretta a operare delle censure, oppure ha preferito non rischiare. C'è chi propone un filtro da attivare e disattivare, per lasciare la scelta a chi guida i Tour di vedere o meno nudità o aspetti non conformi alla società di oggi, vedremo Ubisoft come risponderà. Il Discovery Tour resta comunque un'esperienza molto interessante, che può ravvivare la curiosità anche dei meno avvezzi alla cultura storica e sarebbe molto bello se fosse solo la prima di una lunga serie di operazioni simili.