M5s, Di Battista: "Non facciamo parte di una setta, siamo persone perbene"
L'intervista a Domenica Live: "Vogliamo semplicemente poter avere l'occasione di provare a realizzare il nostro programma"
"Noi non facciamo parte di nessuna setta, ma piuttosto che espatriare come fanno tanti giovani ci rimbocchiamo le maniche. Siamo persone perbene e di nessuna setta al contrario di quello che dice Berlusconi". Lo ha detto Alessandro Di Battista ospite di Barbara D'Urso a Domenica Live. "Avevo deciso nel 2014 di non ricandidarmi. Per il M5s si può fare politica anche fuori dalla istituzioni e voglio dimostrare che non siamo attaccati alle poltrone".
"L'alleanza intesa come un cartello elettorale anche se non si ha nulla in comune, insomma quella che noi chiamiamo accozzaglia, non ci interessa - ha spiegato Di Battista -. Per noi non rappresenta un sistema con cui amministrare l'Italia. Noi andiamo soli e io credo che, siccome prenderemo molti voti, quando Mattarella ci darà l'incarico ci presenteremo davanti alle Camere dicendo che vogliamo fare alcune cose, come l'aumento delle pensioni minime, e vediamo gli altri cosa dicono".
"Noi - ha ripetuto - vogliamo semplicemente poter avere un'occasione. Se vinceremo e saremo primi, avremo il diritto di provare a realizzare il nostro programma. A fare quello che in molti hanno promesso ma non hanno mai fatto pur avendo governato a lungo". Quanto alle coperture economiche del programma pentastellato, "i soldi nel nostro Paese ci sono: Gentiloni in 20 minuti ha trovato 20 miliardi per le banche...", ha affermato Di Battista.
Vaccini, "informazione più utile dell'obbligo" - Di Battista è intervenuto anche sulla questione vaccini. "La posizione ufficiale è la seguente: io ho votato contro il dl Lorenzin non perché pensiamo che non siano utili, tanto è vero che ho vaccinato mio figlio, ma se l'obiettivo è la massima copertura vaccinale si possono avere idee diverse su come raggiungerla. Noi non siamo contro i vaccini, ma pensiamo che una massima copertura si abbia con una corretta informazione e che questa sia più fruttuosa dell'obbligo e della coercizione".