Switch e la difficile eredità del 3DS

Il mondo delle console portatili di Nintendo ha accompagnato milioni di bambini alla scoperta dei videogiochi. Riuscirà a farlo anche Switch?

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Ci hanno provato in tanti, non c’è riuscito nessuno: il dominio di Nintendo nel mondo delle console portatili ha coperto quasi tre decenni, da quel 1989 che accolse il Game Boy, fino a questi ultimi respiri di un 2017 che dovrebbe aver sancito la conclusione di quell’era del gigante giapponese.

UNA STORIA GLORIOSA Nessuno, nel mondo dei videogiochi, può dire di aver mantenuto una presa così salda sul mercato come hanno fatto il Game Boy, l’inimitabile mattoncino con il suo schermo verdognolo, e tutti i suoi successori. Uno strapotere che ha soffocato sul nascere ogni tentativo non tanto di andare a sottrare lo scettro, ma quanto meno di poter rimanere in partita. C’è riuscita solo PSP, la PlayStation Portable di Sony, forte di un marchio che non teme confronti e di un’ottima offerta in termini di videogiochi, soprattutto in patria. Per sua sfortuna ha dovuto battagliare con il Nintendo DS, un fenomeno in tutto e per tutto.

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Game Boy, Game Boy Color, Game Boy Advance, Nintendo DS, Nintendo 3DS: centinaia di milioni di console vendute, anche quando le cose in salotto, per Nintendo, andavano meno bene. Guerre vinte ancora prima di essere combattute, con gli avversari firmati Sega ( Game Gear), Atari ( Lynx), SNK ( Neo Geo Pocket) a deporre le armi in un nulla. Eppure quest’anno Nintendo potrebbe aver scientemente piazzato una bomba a orologeria su uno dei suoi pilastri. Così raffigura i suoi hardware dal 2004, da quando la presentazione e poi il debutto del Nintendo DS, una scommessa ancora tutta da vincere all’epoca, consigliarono al compianto Satoru Iwata (in quel momento presidente di Nintendo) di non sotterrare il Game Boy Advance prima del tempo. Il Nintendo DS, ufficialmente, si sarebbe affiancato al Game Boy Advance e al GameCube, diventando il “terzo pilastro” del divertimento elettronico firmato dal gruppo di Mario e Link. La storia ci ha velocemente insegnato che il Game Boy Advance avrebbe passato in tutto e per tutto il testimone al DS.

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PIEDI DI PIOMBO Anche in questi mesi si è assistito a qualcosa di simile, con l’ arrivo di Switch. Per la prima volta Nintendo ha realizzato un sogno forse inconfessabile (e, nel caso, effettivamente mai confessato): quello di riunire le sue esperienze di gioco in una sola macchina. Il know-how del videogioco casalingo e da passeggio che si fonde per creare un solo hardware. Eppure, con il fallimento di Wii U ancora ben vivido nella memoria, il presidente Kimishima e tutti gli alti papaveri di Nintendo si sono guardati bene dal decretare la morte del 3DS.
La console portatile lanciata nel 2011 ha avuto qualche problema alla partenza, ma dopo che ha carburato è riuscita comunque a finire nelle case di oltre sessanta milioni di clienti. Non proprio un risultato da nulla, considerando quanto sia mutato il mercato, con le attenzioni che, fuori di casa, si sono progressivamente e velocemente spostate su smartphone e, ben che vada, tablet.

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UN PASSAGGIO AL RALLENTATORE Switch non può ancora assolvere la stessa funzione e, quindi, andare a rivolgersi allo stesso pubblico. Costa decisamente di più (come minimo 320 Euro, contro i 150 dell’edizione più economica del 3DS), ha una forma e una costruzione che lo rendono più delicato e meno adatto all’utilizzo spensierato dei bambini e anche il software ha, mediamente, prezzi più impegnativi. Insomma, non è il regalo che uno zio qualsiasi fa al proprio nipotino. Sarà un limite? Al momento probabilmente no ed è esattamente il motivo per cui Nintendo non sta ancora salutando ufficialmente il 3DS. Quando Switch sarà entrato in un numero sufficiente di case e ne verrà realizzata un’eventuale versione a prezzo ridotto, allora si potrà tornare a discutere della cosa.

Sta di fatto, comunque, che Nintendo deve per forza di cose dimostrarsi molto attenta a come gestirà la chiusura del ciclo vitale del 3DS e ai passi che compierà per trovare in Switch una valida alternativa. Non può di certo rischiare di “giocarsi” un pubblico che da sempre le ha dato le maggiori soddisfazioni (e con che costanza!).

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IL RUOLO DEL 3DS Switch potrebbe effettivamente aver decretato il pensionamento del 3DS, soprattutto alla luce del successo che sta ottenendo. Per Nintendo può essere, sotto un certo punto di vista, un passo in avanti fondamentale e storico. Ha l’occasione di concentrare tutte le forze dei suoi tantissimi creativi e artisti su di una sola console. Al tempo stesso può sfruttare la fiducia di cui gode in campo portatile, per rilanciare anche il settore casalingo. Ha fatto di tutto, in questi ultimi dodici mesi, per fingere che Switch sia semplicemente una console da casa… che è possibile utilizzare anche lontani dalle mura domestiche. Ma è semplice propaganda, immaginate cosa sarebbe successo tra i bene informati e nel settore se Switch fosse stata proposta come console portatile. Si sarebbe gridato alla morte di Nintendo, che dopo la scoppola di Wii U abbandona il settore “home”.

L’idea ibrida di Switch e il conseguente pensionamento del 3DS, che nel 2018 avrà comunque qualche gioco di Nintendo in uscita, non porta con sé solo rose, ma anche qualche spina. Con il suo aspetto semplice, colorato e giocattoloso, con il suo prezzo e nelle sue tante varianti, il 3DS è una console perfetta per una fascia di giocatori piuttosto giovani. Un regalo che non ha bisogno di presentazione per tutta una serie di bambini, di giovanissimi che ancora non sanno molto di videogiochi e che vogliono avvicinarcisi. E che possono farlo sfruttando una libreria che può contare su centinaia e centinaia di giochi, tra cui decine e decine di splendidi esemplari. Ce n’è davvero per tutti i gusti.