Supereroi e videogiochi: passato e... futuro?
Analizziamo la storia dei supereroi nei videogiochi, un matrimonio perfetto solo in apparenza
Parlare di videogiochi e supereroi significa risalire fino ai tempi delle console a 8 e 16 bit (NES, Master System, Mega Drive, Super Nintendo), quando questi stessi eroi erano rappresentati da appena pochi pixel sullo schermo e il tempo dell'Universo Cinematografico Marvel e dell'Universo Esteso DC non era stato nemmeno immaginato. Una storia lunga quasi quarant'anni, che proprio nelle sue radici potrebbe nascondere la risposta a una domanda che non può più passare inosservata: considerato l'incredibile sviluppo dell'industria videoludica, i passi avanti in termini di grafica e prestazioni ma soprattutto la costante volontà di riproporre fedelmente le figure chiave di almeno tre generazioni di appassionati, i supereroi possono potranno finalmente essere rappresentati dai videogiochi in tutte le loro potenzialità? Dall'Atari 2600 fino alle console di ultima generazione, quello dei supereroi "interattivi" è stato un percorso altalenante fatto di alti e bassi, e nonostante la promessa di poter vivere in prima persona le abilità straordinarie degli eroi dei fumetti, questa raramente si è realizzata in modo compiuto... almeno fino alla serie Batman di Rocksteady, grazie alla quale si è potuto finalmente capire che, oggi, è possibile riprodurre un supereroe in un videogioco in modo davvero fenomenale.
Con la momentanea chiusura della serie si è tornati in un limbo fatto di titoli minori, maggiormente orientati verso i tablet e in generale sulle piattaforme "Mobile", oppure di picchiaduro che non riescono a riflettere i personaggi nella loro essenza più profonda. Spider-Man di Insomniac (qui trovate la nostra anteprima) sembra voler riportare la situazione a un giusto equilibrio, e il misterioso Project Avengers annunciato da Square Enix potrebbe accompagnarne il prevedibile successo, ma per poter parlare di futuro occorre anzitutto fare un salto nel passato. Capire cosa fossero i giochi dedicati ai supereroi, l'impatto che ebbero e soprattutto riconoscere che senza questo viaggio travagliato non avremmo i titoli di oggi.
DAL PASSATO PUOI SCAPPARE... C'è stato un tempo in cui i videogiochi di Spider-Man non erano un dinamico dondolarsi con le ragnatele attraverso una Manhattan riprodotta fin nei più piccoli dettagli. Negli anni '80 e '90, in generale prima dell'avvento del 3D, impersonare un supereroe videoludico significava in buona sostanza
scegliere un personaggio e muoverlo lateralmente lungo un livello mentre si malmenavano gli scagnozzi di turno, che rappresentavano giusto un blando antipasto prima dell'inevitabile boss di fine livello. Questi vecchi titoli, dei quali c'è stata una massiccia produzione fra Atari 2600, Commodore 64, NES e SNES solo per citare alcune console,
sono stati dei veri e propri pionieri e il fulcro dell'eredità raccolta dai giochi odierni.
Batman: Arkham Knight non esisterebbe senza i suoi precursori e lo stesso si può dire per
Injustice: Gods Among Us, del quale non avremmo traccia se non fosse per il vecchio
Justice League Task Force.
La verità è che lasciando da parte il concetto di verosomiglianza, i videogiochi del passato godevano di un buon comparto artistico e storie divertenti, prese a mani basse dai rispettivi fumetti, accompagnate da una giusta dose d'azione. Non vale per tutti i supereroi né per tutte le produzioni che si sono susseguite (ne sa qualcosa Superman, che ancora sta aspettando giustizia):
il rischio era distribuito fra completo successo e totale disastro senza vie di mezzo, un modello ricorrente e piuttosto comune di generazione in generazione in particolare nei primi tempi, quando c'era molta sperimentazione per vedere fino a che punto ci si sarebbe potuti spingere. Tuttavia scavando tra i videogiochi del passato emergono
alcune gemme grezze, ricordate con giusta nostalgia da chi ha avuto modo di provarle.
Di esempi se ne possono fare diversi.
Batman Returns del 1993, la cui pubblicazione si pensava fosse esclusivamente commerciale ai fini di cavalcare l'onda di successo del film omonimo: si rivelò invece una gradita sorpresa, pur con le sue prevedibili citazioni.
Justice League Task Force del 1995, pur risultando mediocre in termini di grafica e giocabilità, fu il primo titolo a permettere l'utilizzo di personaggi DC in un picchiaduro, diventando il precursore di titoli più importanti al giorno d'oggi come Injustice: Gods Among Us. Ancora,
The Incredible Hulk del 1993, al quale va il merito non solo di aver usato un sistema alla Dottor Jekill e Mister Hyde permettendo al giocatore di passare da Hulk a Banner e viceversa, ma di aver anche
introdotto i finali multipli nei videogiochi sui supereroi.
E poi
X-Men Mutant Apocalypse,
The Death and Return of Superman,
Captain America and the Avengers,
Spider-Man and Venom: Maximum Carnage... Tutte gemme preziose, appunto, e come tali piuttosto rare. L'altra verità infatti è che i nostri eroi da fumetto non possono vantare troppi successi nel loro percorso, che vide molte cadute e qualche sporadica ascesa fino al 2009 quando
Rocksteady intervenne a cambiare le cose grazie alla serie Batman: Arkham.
Prima di arrivare a questo traguardo, bisogna tornare ancora un po' indietro fino al raggiungimento di un altro punto di svolta: il 3D. Quando i giochi casalinghi fecero il grande salto con l'introduzione di Nintendo 64 e PlayStation,
le cose iniziarono a migliorare rispetto al passato, soprattutto perché durante questo lasso di tempo la produzione di giochi non raggiunse gli stessi livelli, addirittura eccessivi in termini di quantità, della generazione precedente.
Ciò non ha impedito lo sviluppo di produzioni assolutamente dimenticabili come
Superman 64 (considerato tuttora il gioco di supereroi più brutto mai realizzato) e
Batman of the Future: Il ritorno del Joker (adattamento dell'omonimo film statunitense), ma nel complesso si potevano ancora trovare dei buoni titoli. Tra questi il migliore senza alcun dubbio è stato
Spider-Man nel 2000, pubblicato su tutte le console del momento inclusi computer e palmari, la cui ricezione generale è stata talmente positiva da renderlo memorabile tuttora. Al di là dei giochi menzionati e di poche altre eccezioni,
la produzione del tempo si focalizzò su picchiaduro che mettessero in scena i supereroi, ma nessuno riuscì mai a far provare ai giocatori cosa significasse essere uno di loro.
Siamo arrivati al momento topico? Non ancora, manca un altro significativo pezzo di storia da raccontare:
il periodo dei videogiochi tie-in (giochi creati su licenza per sfruttare il successo dei film corrispondenti, spesso realizzati in modo frettoloso) che seguì l'inevitabile successo hollywoodiano dei supereroi dalla fine degli anni '90 fino a oggi. La ricezioni di questi titoli da parte di critica e pubblico fu piuttosto varia: l'esempio perfetto è incarnato da
Batman Begins, tratto dall'omonimo film e nel quale ebbe un ruolo, al doppiaggio, la maggior parte del cast cinematografico. Le valutazioni assegnate furono nettamente diverse a seconda della versione analizzata (il gioco uscì su PlayStation 2, Xbox, PC, GameCube e Game Boy Advance), con scarti anche ampi l'una dall'altra che innalzarono il titolo da una stiracchiata sufficienza a un più stabile apprezzamento complessivo.
Essendo questo un periodo che precedette l'Universo Cinematografico Marvel e, quindi, la conseguente sovraesposizione dei tanti personaggi tratti dal mondo dei fumetti,
non fu una sorpresa vedere i supereroi diffondersi a macchia d'olio con risultati del tutto altalenanti: l'ottimo film di Spider-Man realizzato da Sam Raimi fu trasposto a videogioco nel 2002 e si rivelò un discreto successo approvato bene o male dalla maggior parte dei videogiocatori. Spider-Man 2 fu considerato addirittura migliore mentre le opinioni su Spider-Man 3 variavano da "mediocre" ad "assoluta spazzatura". Sono stati anni durante i quali si perse il conto dei supereroi chiamati in causa dall'industria videoludica: i Fantastici Quattro, Hulk, Iron Man, il Punitore, Aquaman e Batman, tutti videro almeno una produzione a loro nome. Nonostante fossero pensati per aggiungere qualcosa in più all'esperienza offerta dal cinema, spesso questi giochi risultavano invece deludenti.
Il più sfacciato fu indubbiamente
X2: Wolverine's Revenge. Venduto come emanazione del secondo film X-Men di Fox, la box art del gioco mostrava il logo del film e Hugh Jackman nei panni di Wolverine.
Nei fatti però il gioco ignorò quasi del tutto il lungometraggio, presentando piuttosto un universo molto più legato al fumetto. Molta confusione la creò anche l'inclusione di Patrick Stewart nel ruolo del Professor Xavier, ovvero proprio il personaggio di cui vestì i panni nel film, mentre il doppiaggio di Wolverine fu affidato a Mark Hamill e non allo stesso Jackman.
... OPPURE IMPARARE QUALCOSA Finalmente nel 2009 arrivò lo scossone, sotto forma del capolavoro sviluppato da Rocksteady, Batman: Arkham Asylum, al quale seguirono altri due titoli principali, un prequel e versioni minori per dispositivi portatili o mobile. Per la prima volta dal lontano 2000 di Spider-Man, si tornò a respirare un'esperienza di innegabile qualità. Batman: Arkham Asylum rispose a tutti quegli appelli che gli appassionati di supereroi avevano lanciato: offrì un cast vario e perfettamente in linea con la caratterizzazione a cui i fumetti ci avevano abituato, un mondo di gioco fantastico e abilità da supereroe che in nessun modo, forma o dimensione fecero sentire il giocatore limitato. Dei giochi che seguirono, Batman: Arkham Knight rappresentò il punto più alto in termini di grafica e narrazione, con qualche inciampo tecnico che gli impedì di attestarsi a indiscussa punta di diamante. Nel complesso, Rocksteady ha impostato uno standard per i videogiochi di stampo "supereroistico" che difficilmente potrà essere battuto in tempi brevi. A meno che un certo arrampicamuri non sia intenzionato a raccogliere la sfida...
Abbiamo riallacciato i fili con il presente. Dunque a che punto siamo ora?
La risposta è che ci troviamo a un bivio, per così dire: Marvel ha firmato un accordo con TellTale Games, lo studio responsabile di molti giochi d'avventura punta e clicca su licenza tra cui
The Walking Dead, per regalarci un interessante scorcio della banda di eroi più scanzonata dell'universo grazie ai
Guardiani della Galassia. Da parte sua anche DC Comics ha intrapreso questa strada
pubblicando un'edizione TellTale di Batman che ha riscosso non poco successo e si trova ora alla seconda stagione. Si tratta di titoli interessanti di per sé, ma giocano un ruolo se vogliamo un po' di secondo piano, poiché limitati dall'essere semplici esperienze narrative, per quanto coinvolgenti. I giocatori che accendono la console per sentirsi tutt'uno con il protagonista, vestendo i panni e le abilità del personaggio amato, non possono trovare grandi soddisfazioni nelle avventure di TellTale.
I picchiaduro hanno fatto a loro volta un grande ritorno, con NetherRealms e il suo
Injustice 2 da una parte per quanto riguarda gli eroi DC, e Capcom che è tornata alla storica serie ibrida in cui i suoi campioni e quelli Marvel si sfidano in lotte senza esclusione di colpi. Purtroppo non si può dire che
Marvel vs Capcom: Infinite sia il titolo migliore della saga, soprattutto perché la lunga battaglia per i diritti degli X-Men fra Disney e Fox ha limitato non poco l'ampiezza della rosa dei lottatori disponibili, nonostante le ripetute smentite a riguardo. Perciò, al di là di Spider-Man e del non meglio precisato accordo fra Square-Enix e Marvel per la produzione di
The Avengers Project, non c'è molto di confermato per il futuro.
I SUPEREROI AVRANNO ANCORA SUCCESSO? Eccoci tornare alla domanda iniziale, quel dubbio secondo cui i videogiochi sui supereroi possano o no continuare a reggersi dignitosamente sulle loro gambe. A fronte di queste considerazioni che non sembrano dipingere una situazione rosea,
che ci crediate o meno la risposta è sì. Servirà però collaborazione da tutte le parti coinvolte: la serie Batman: Arkham ha stabilito uno standard importante e messo in moto un cambio di paradigma, è tempo che gli sviluppatori se ne rendano conto e agiscano di conseguenza. Di
Project Avengers non si sa pressoché nulla e pur essendo soddisfatti di quanto ci è stato mostrato finora riguardo a Spider-Man, la qualità del titolo di Sony e Insomniac è ancora tutta da valutare. Sia Marvel sia DC hanno a loro disposizione
un bacino sconfinato dal quale attingere, è arrivato il momento che lo utilizzino al meglio. Rocksteady sembra essere tornata al lavoro su qualcosa di grosso, sebbene i dettagli restino ancora un mistero: voci di corridoio parlavano di Superman (smentito, anche se l'Uomo d'Acciaio meriterebbe un po' di giustizia), Suicide Squad oppure Justice League, entrambi ovviamente rimasti senza conferma o smentita. Se i punti di forza della serie Batman: Arkham aiuteranno a guidare lo sviluppo, quale che sia il tema su cui si focalizzerà Rocksteady, il prossimo gioco potrà rivelarsi un successo.
Dal lato Marvel abbiamo appunto il misterioso
The Avengers Project su cui stanno lavorando Crystal Dynamic ed Eidos Montreal. La speranza è che il risultato possa farci immergere in profondità nella rosa dei personaggi a disposizione, per poterne vivere abilità e poteri al 100% attraverso le nostre console da gioco e i nostri personal computer. Al di là di tutto, però, una cosa è certa:
i pigri videogiochi su licenza del passato sono un lontano ricordo: è tempo di guardare verso un futuro del quale sono già state tracciate le basi. L'imperativo per i produttori di videogiochi e i team di sviluppo è seguirle, sfruttarle ed evolversi raccogliendone l'eredità.