Manovra, arrivano 60 milioni in 3 anni per assistere in casa i malati gravi
Intesa raggiunta anche sul bonus bebè, rifinanziato fino al 2020
Novità in arrivo per la manovra. Nasce un fondo per il sostegno dei "caregiver" familiari, di chi si prende cioè cura di un familiare non autosufficiente o non in grado di badare a se stesso. La Commissione Bilancio del Senato ha dato via libera all'unanimità all'emendamento (a prima firma Laura Bignami, ma poi sottoscritto da tutti i gruppi e da centinaia di senatori singolarmente) che stanzia 60 milioni di euro in tre anni, 20 milioni per 2018, 2019 e 2020 per "la copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell'attività di cura non professionale del caregiver familiare".
I caregiver: chi sono? I fondi ci sono, la legge non ancora. Ma il riconoscimento dei "caregiver", le persone che assistono gratuitamente i propri familiari con handicap gravissimi, è cosa fatta e presto le risorse, ora stanziate in legge di Bilancio, potranno servire a garantire maggiori tutele a chi si trova ad accudire un familiare non più in grado di farlo da sé. Sarà, dunque, prima una legge e poi il decreto ministeriale attuativo del ministero del Lavoro, da emanare in tre mesi, a definire l'utilizzo delle risorse. L'obiettivo è quello di favorire i caregiver viste le difficoltà che le assenze per la cura del familiari possono provocare al lavoro e per i contributi ai fini pensionistici. Il Ddl ipotizza allora di incentivare i datori di lavoro per la collocazione e la ricollocazione di persone impegnate nell'assistenza, prevedendo anche forme di telelavoro e smartworking.
Le altre novità Arriva anche lo sconto fiscale per tutelare le librerie, con credito di imposta su Imu, Tasi, Tari e sull'eventuale affitto. Inoltre, l'Autorità per l'energia avrà d'ora in poi competenze anche sul ciclo dei rifiuti. L'esame della manovra in Aula al Senato slitta a mercoledì. Intanto, per l'Antitrust la tassa sugli airbnb rischia di danneggiare gli utenti. L'Autorità boccia anche l'equo compenso.
Al Senato 60 milioni per il superticket Raggiunta l'intesa fra governo e maggioranza sull'alleggerimento del superticket sanitario in Manovra. La soluzione prevede "la riduzione dell'incidenza aumentando le fasce di esenzione a favore delle categorie più deboli". Lo ha detto Giorgio Santini (Pd), aggiungendo che l'emendamento prevede "un fondo con una dotazione iniziale di 60 milioni che potrà essere incrementata nel passaggio alla Camera". La Manovra approda mercoledì in aula al Senato.
Bonus bebè e tetto di reddito per gli assegni familiari - Sciolta la riserva anche sul cosiddetto bonus bebè che dovrebbe essere rifinanziato per il triennio. Per il primo anno dovrebbero essere stanziate "tutte le risorse che servono" ovvero 185 milioni. Dovrebbe arrivare anche la modifica al tetto per gli assegni familiari ma a partire dal 2019. Non è però ancora chiaro se la misura - che propone di alzare l'attuale tetto di reddito sopra il quale i figli non sono considerati fiscalmente a carico della famiglia - sarà esaminata al Senato o alla Camera.
Scontro sul processo breve - Empasse, invece, sul capitolo giustizia e in particolare sulla riforma del codice di procedura civile sul processo breve. A rallentare ulteriormente i lavori della commissione Bilancio è la richiesta di Alternativa popolare, contenuta in un emendamento, di inserire nel ddl bilancio parte della riforma Orlando da tempo ferma a palazzo Madama. La proposta di Ap punta a ridurre i tempi per arrivare alle sentenze nei processi civili di primo grado. L'obiettivo è quello di accelerarne l'approvazione in modo da far diventare operativo il riassetto già dal prossimo anno. Ma le posizioni all'interno di esecutivo e maggioranza sono distanti.
Al Senato norme per i Comuni - Santini ha spiegato che la commissione Bilancio del Senato inserirà in manovra norme sui Comuni, rimandando invece alla Camera il pacchetto enti locali che riguarda Regioni e Province. I relatori alla legge di bilancio hanno depositato una serie di emendamenti sui Comuni che recepiscono l'accordo con l'Anci. Si va dalla semplificazione del Dup (Documento unico di programmazione) per i Comuni sotto i 5mila abitanti, alla revisione della quota perequativa del fondo di solidarietà comunale delle regioni, ridotta dal 55% al 45% nel 2018 e dal 70 al 60% nel 2019. Arrivano inoltre nuove risorse da destinare ai comuni che si fondono: le somme accantonate annualmente a valere sul fondo di solidarietà comunale, non utilizzate, andranno ad incrementare i contributi per le fusioni.