Frutta: qual è il momento migliore per mangiarla?
Lontano dai pasti o alla fine di essi, a colazione o come spuntino: l’importante è consumarne almeno tre porzioni al giorno
La frutta è un componente importante di una sana alimentazione e non possiamo non consumarla se vogliamo avere a disposizione tutti i nutrienti necessari a mantenerci in salute. Tre porzioni al giorno di frutta di stagione, ben matura e ben lavata, sono una fonte indispensabile di sali minerali, vitamine e fibre. Su questo tutto sono d’accordo: molto meno chiaro è invece quando sia meglio consumarla nell’arco della giornata, se a digiuno o a fine pasto, se al posto del dessert o solo negli spuntini. I pareri sono discordi, ma cerchiamo di orientarci tra le diverse posizioni e scoprire che cosa sia meglio per noi.
La frutta contiene
numerosi elementi importanti per la nostra salute: oltre ai già citati sali, vitamine e fibre, è ricca di
acqua, antiossidanti e licopene, ha un limitato contenuto di grassi e per lo più contiene poche calorie. Gli esperti sono tutti concordi sul fatto che, insieme alla verdura, se ne dovrebbero consumare cinque porzioni quotidiane, possibilmente di colore diverso; andrebbe mangiata con la buccia (dopo un accurato lavaggio), perché in essa si trovano le fibre, preziose per facilitare il transito intestinale. C’è meno concordia invece sul momento della giornata in cui è opportuno mangiarla: c’è chi sostiene che la frutta vada consumata
da sola e lontano dai pasti principiali, e chi ne ammette invece l’utilizzo
anche a fine pasto.
Chi invita a mangiare la frutta lontano dai pasti principali si basa sul fatto che il tempo di digestione della frutta è di circa 30 minuti: se viene consumata a stomaco vuoto, non incontra ostacoli nel suo cammino digestivo e può liberare tutte le sue proprietà. Se invece incontra altri alimenti, come pasta o proteine, può dar luogo a fenomeni di fermentazione, allungare i tempi digestivi e causare crampi e gonfiore addominale.
I sostenitori della frutta anche a fine pasto ritengono invece che questi disturbi, ossia digestione lenta e gonfiore, non dipendono dalla frutta, ma da caratteristiche personali. La frutta a fine pasto, al contrario, è indicata per il suo potere saziante e per il suo sapore dolce che soddisfa e chiude in armonia il pasto, aiutando anche a mangiare un po’ meno e quindi ad assumere meno calorie. In più, la frutta contiene fibre che limitano l’assimilazione dei grassi.
Insomma, possiamo concludere che, se il
momento ideale per mangiarla è al mattino a colazione, oppure a
merenda, concludere il pasto con una moderata porzione di frutta ha i suoi lati positivi e non è sconsigliabile. Come sempre, si tratta di ascoltare le risposte del proprio fisico e saggiarne le reazioni.
Il momento meno indicato in assoluto è invece
la fine della cena: l’allungamento dei tempi di digestione può rendere il dopo pasto più laborioso proprio quando il fisico si prepara al riposo notturno.
Chi non sa rinunciare alla frutta
a fine pasto può scegliere tra le varietà che fermentano meno e che sono quindi senza conseguenze negative sulla digestione e non causano problemi di gonfiore intestinale. Tra questi ricordiamo la
mela, l’ananas e la papaya. La mela è molto digeribile ed è ricca di pectina, una fibra presente sia nei processi digestivi che in quelli intestinali; l’ananas contiene un enzima chiamato bromelina, utile nella digestione e con proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. La papaya infine è ricca di papaina, una sostanza che favorisce la digestione delle proteine e ha un effetto di purificazione sulle pareti dell’intestino.