Stupri Rimini, il racconto shock della giovane polacca: "Mi dicevano I kill you"
Anche le parole della squillo peruviana, vittima del secondo stupro, confermano la ferocia del branco: "Una bottigliata in testa e poi le violenze"
"Mi tenevano per la gola quasi da strozzarmi, facendomi rimanere senza respiro. Una violenza interminabile, durata più di 20 minuti, durante la quale mi dicevano in inglese 'I kill you' e sentivo che il mio amico veniva picchiato brutalmente". E' il drammatico racconto della giovane polacca, vittima del branco di Rimini. "Una bottigliata in testa e poi le violenze", ha detto la squillo transessuale peruviana descrivendo il secondo stupro nella deposizione agli atti.
Dal provvedimento del giudice che ha disposto la custodia cautelare in carcere per i tre minorenni (due marocchini di 15 e 17 anni e un nigeriano di 16; sotto accusa anche il congolese 20enne Guerlin Butungu), emerge tutta la brutalità con cui il gruppo ha agito.
L'incubo è cominciato con uno stentato "where are you from?" pronunciato da un ragazzo che "si è materializzato in maniera fulminea" davanti alla giovane polacca e al suo amico, seduti su un telo sulla spiaggia, ed è andato avanti per un tempo che alle vittime è apparso lunghissimo, durante il quale gli aggressori hanno picchiato il ragazzo e violentato lei con "brutalità e inutile cattiveria", come scrive il gip del tribunale dei minorenni di Bologna.
Alla domanda, ricostruisce la giovane polacca agli inquirenti, il suo amico risponde "from Poland". A quel punto - si legge nella deposizione - "l'uomo, sempre in inglese ci ordinava testualmente 'dateci il portafogli e i telefoni' e poi repentinamente venivamo aggrediti dall'uomo che avevamo di fronte che subito colpiva" il ragazzo "al volto facendolo cadere a terra mentre dall'oscurità si materializzavano davanti a me prima due persone poi un terzo che mi immobilizzavano, buttandomi a terra, poggiandomi di schiena sulla sabbia e colpendomi con più colpi al volto, alla testa e sul corpo". La ragazza - che riesce a vedere il suo amico lì vicino, "immobilizzato pure lui sulla sabbia con una persona sopra" - dice, "mi tenevano per la gola quasi da strozzarmi, facendomi rimanere senza respiro". "Stremata", "senza poter in nessun modo reagire neppure urlando", "senza forze ed impaurita, ma cosciente", la ragazza è stata quindi trascinata in acqua e poi di nuovo sulla spiaggia, immobilizzata ed ancora violentata.
"Mi spingevano il viso nella sabbia" - "Tre o quattro a turno si intercambiavano tra loro nell'abusare di lei e nell'immobilizzare me", ha dichiarato il giovane. E nell'ordinanza il racconto fatto dal magistrato prosegue: "Mentre era immobilizzato a terra tenuto da due persone con il viso sulla sabbia il giovane veniva perquisito alla ricerca di telefono e portafogli, e colpito ripetutamente con calci in tutte le parti del corpo e pure al capo con una bottiglia di vetro". Intanto "sentiva la compagna chiedere aiuto dicendo che la stavano uccidendo e si rendeva conto che ella veniva abusata sessualmente". "E mentre il giovane polacco veniva picchiato e trattenuto con la forza - prosegue il gip - manifestava segni di sofferenza respiratoria e vomitava". Il ragazzo ha, inoltre, raccontato di aver detto agli aggressori di essere sofferente di asma e alla sua richiesta di avere un po' d'acqua uno dei tre minorenni gli ha risposto che poteva offrirgli solo acqua di mare.
"Una bottigliata in testa e poi le violenze" - Nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip per i minorenni di Bologna nei riguardi dei ragazzi che hanno confessato di aver partecipato agli stupri, è riportata la denuncia della prostituta transessuale peruviana. "Venivo avvicinata da quattro ragazzi - è il racconto della vittima - sicuramente non italiani, due dei quali neri e due bianchi. Uno dei due ragazzi bianchi mi strappava la borsetta, mentre uno dei ragazzi neri mi ha preso per i capelli trascinandomi con forza oltre via Flaminia, dove vi erano dei cespugli rigogliosi. Io cercavo di oppormi ad entrare nel cespuglio, ma uno dei giovani mi colpiva alla testa con una bottigliata mentre un secondo mi sferrava un violento pugno allo zigomo sinistro. Continuavo ad oppormi ad entrare nel cespuglio ma mentre uno mi minacciava puntandomi il collo della bottiglia alla gola, l'altro, sempre tirandomi, mi trascinava nel cespuglio, oltrepassandolo".
A questo punto la prostituta transessuale descrive dettagliatamente agli investigatori la violenza sessuale subita dai quattro che a turno si sono alternati nello stupro e nel tenerla immobilizzata. "Prima di andar via - ha raccontato la vittima - i quattro gettavano a terra la mia borsetta dalla quale avevano preso la somma di 40 euro ed il mio telefono cellulare". In un secondo momento, la prostituta transessuale ha aggiunto che "una volta intuito le intenzioni dei quattro non ha più reagito.