Cdm: 2 mld contro la povertà, reddito inclusione a 660mila famiglie

La priorità verrà data ai nuclei "con almeno un figlio minorenne o con disabilità anche se maggiorenne, a quelli con una donna in stato di gravidanza o un over50 in disoccupazione"

ansa

Circa due miliardi di euro l'anno sono le risorse messe a disposizione per il reddito di inclusione dal Cdm. Lo ha detto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti dopo l'approvazione del decreto per la lotta alla povertà. La misura si rivolgerà in una prima fase a "660mila famiglie - precisa Poletti -, 560mila delle quali con figli minori".

Il ministro Poletti invita a fare attenzione, facendo presente che "normalmente la risposta non supera 60-70%. Nel mondo non oltrepassa l'80%, ci sono situazioni da 40%". Detto ciò, aggiunge, "dobbiamo fare del nostro meglio per mettere tutti i cittadini in condizione". Ma, avverte, "se non ci sarà il 100% non sarà un flop".

Il ministro rimarca nel corso della conferenza stampa come sia "sviluppata compiutamente la delega" sul contrasto alla povertà "con un unico decreto, che andrà al parere del Parlamento e poi tornerà in Cdm per definitiva approvazione". Si tratta, chiarisce, di uno stanziamento stabile nel tempo di "1,7 miliardi di risorse che si incrementeranno da una parte col riordino di alcuni fondi e da altro con l'integrazione del Pon inclusione".

Quindi i due pilastri di questo decreto sono, prosegue, "il sostegno al reddito e l'inclusione, ovvero la presa in carico. E servono risorse per entrambi i fronti. Abbiamo, infatti, stabilito che il 15% del fondo sia destinato al potenziamento dei servizi e alle politiche attive. Aggiungiamo poi 500 milioni in tre anni per il potenziamento dei servizi che sono nel territorio, strumenti per far sì che le persone trovino un lavoro". Poletti chiarisce che ci sarà un meccanismo di accesso basato su delle priorità, anche se, garantisce, "siamo in condizione di raggiungere quasi completamente il target a cui stiamo mirando". Inoltre, ricorda, le persone che ricevono il reddito d'inclusione hanno l'obbligo di "sottoscrivere un patto che li impegna ad avere determinati comportamenti, dall'accettare proposte per migliorare l'occupabilità a garantire la frequenza scolastica dei figli".

Da ultimo il ministro sottolinea che nel testo "c'è un articolo che prevede la predisposizione dell'Isee precompilato. Quindi da inizio 2018 chi farà richiesta Isee avrà un documento con già una serie di informazioni nella disponibilità di enti pubblici, nell'ottica della semplificazione".