Legge elettorale, Matteo Renzi: sistema tedesco? Vediamo se accordarci con Fi, M5s o Lega

"L'intesa ce la chiede Sergio Mattarella", ha ribadito il segretario dem, che detta i suoi paletti: "La gente deve sapere chi vota e sbarramento al 5%"

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"Mattarella ci ha chiesto di fare un accordo sulla legge elettorale e noi veniamo da una cultura istituzionale per cui gli appelli del Colle sono impegni vincolanti, specie per il partito di maggioranza". Così Matteo Renzi sulla riforma da mesi in stallo. La proposta del sistema tedesco di Berlusconi "ha qualche pregio, a cominciare dalla soglia del 5%. Ma è noto a tutti che io avrei voluto tutt' altro". "Vediamo che diranno M5s e Lega, poi la decisione".

Anche il M5s ha infatti aperto al Pd per trovare un'intesa sulla legge elettorale e sono pronti a rimodulare il sistema tedesco. Per il segretario dem però "se scelgono il tedesco lo fanno perché sanno che conviene a loro. E che un'alternativa potrebbe penalizzarli per vari motivi. Dunque non mi fido che abbiano a cuore l' interesse generale: mi fido del fatto che faranno i loro interessi".

Comunque "il tedesco è un passo in avanti per uscire dalla palude, anche se non è la soluzione per tutti i problemi. Il rischio di non avere una coalizione per governare è molto alto. Ma fa ridere che chi mi ha accusato per anni di volere un sistema in cui ci fosse un uomo forte e un governo stabile, oggi mi accusi per le ragioni opposte".

I paletti che Matteo Renzi reputa indispensabili per la legge elettorale sono "la presenza del nome o dei nomi sulla scheda accanto al simbolo: la gente deve sapere per chi vota, non come con il Porcellum dove si votava un simbolo e neanche si conoscevano i nomi dei candidati. E naturalmente lo sbarramento al 5%: se deve essere modello tedesco, che tedesco sia anche lo sbarramento".

Il M5s e la Lega sono disposti a trattate per andare il prima possibile alle urne. Per Fi, Pd e Sinistra italiana questa possibilità appare più sfumata, "il Pd non chiede le elezioni anticipate ma non le teme", spiega al Messaggero. Sulle possibili alleanza ribadisce: "La Merkel in Germania corre per vincere, da sola. Non per fare la grande coalizione. Se non ci sono i numeri, è ovvio che debba fare accordi con altri partiti. Per noi sarà lo stesso: il tedesco significa questo, non altro".

"Dopo le elezioni tedesche e fino al voto, l' Italia sarà l' osservata speciale dei mercati. L' eventuale anticipo del voto non genera l' incertezza, ma la riduce", conclude.