Siamo troppo stanchi? Sbaglieremo di più
La mancanza di sonno o le condizioni di stress prolungato abbassano la capacità di attenzione e portano a commettere più errori
La tarda primavera e i primi caldi possono rendere più acuto il senso di stanchezza che spesso proviamo in questa fase dell’anno. Non si tratta di una sensazione da sottovalutare o, come facciamo spesso, da ignorare: a volte non è un semplice disagio, ma un segnale ben preciso che ci invita a rallentare il ritmo. Ormai la scienza lo ha scritto a chiare lettere: quando si è stanchi si tende a commettere più errori, anche con conseguenze gravi. Un momento di distrazione o un calo della concentrazione possono essere causa, ad esempio, di un incidente d’auto o di un infortunio. Per rimediare la soluzione sembra semplice: riposarsi. Al limite, cambiando le proprie abitudini per ritagliarsi uno spazio di relax.
ERRORI LETALI – Le statistiche lo dimostrano:
i piloti delle linee aeree, spesso costretti a turni di lavoro protratti per molte ore, hanno dichiarato nel 70 % dei casi di aver commesso errori in cabina a causa della stanchezza. E’ stato ipotizzato che anche il disastro nucleare della centrale di
Chernobyl, avvenuto nel cuore della notte, sia da imputare a una serie di errori umani, dovuti anche alla stanchezza degli addetti. Basta guardare alla nostra vita quotidiana per immaginare che cosa può capitare se una persona troppo stanca si mette alla
guida di un veicolo, o maneggia utensili pericolosi, o che può capitare a un chirurgo che opera senza soste per ore e ore. L’importante, in queste situazioni, è saper riconoscere
quando la fatica comincia a diventare eccessiva ed è il momento di dire stop.
IL CERVELLO SI ASSOPISCE – Qualche tempo fa, gli scienziati hanno dimostrato che le disattenzioni, le dimenticanze e gli errori legati alla stanchezza dipendono dal fatto che
alcune parti del cervello si “addormentano” anche se noi restiamo svegli. Lo studio, effettuato dal Laboratorio di biochimica clinica e biologia molecolare clinica dell'Università di Pisa, diretto dal professor
Pietro Pietrini, e dal Centro per lo studio del sonno e della coscienza dell'Università del Wisconsin, (Madison, USA), guidato dal professor
Giulio Tononi, ha dimostrato che nella veglia prolungata mentre si è impegnati in compiti impegnativi possono verificarsi episodi d
i “sonno localizzato” in cui alcune parti del cervello vanno in posizione “off” senza che il soggetto se ne renda conto. Questo, oltre a causare sviste e sbagli, questo sonno localizzato può portare a una maggiore difficoltà nel controllare i propri impulsi, tra cui l’aggressività.
STACCARE LA SPINA – Secondo gli esperti, si riesce a conservare alti livelli di attenzione e concentrazione per circa quarantacinque minuti, dopodiché la mente comincia a divagare. Se dobbiamo affrontare un compito impegnativo che si protrae nel tempo, dobbiamo imparare a prenderci delle pause, riposare la mente e poi riprendere il lavoro. Ad esempio ci possiamo concedere dieci minuti di pausa dopo ogni ora di lavoro. Lo stop è particolarmente importante se si lavora al computer, per far riposare la vista: gli esperti raccomandano quindici minuti di stop ogni due ore passate davanti allo schermo per evitare gli effetti della cosiddetta“Sindrome da Visione al Computer” . In questa pause occorre alzarsi dalla scrivania, camminare, sgranchirsi e soprattutto distendere lo sguardo, allontanandolo dal terminale.
BUONA NOTTE – Il primo rimedio contro la stanchezza è dormire a sufficienza. Il numero ottimale di ore di sonno è molto soggettivo, ma di solito a un adulto ne occorrono sei–otto ore per notte. Sì anche a un breve sonnellino pomeridiano, quando è possibile: l’importante è non dormire per oltre venti minuti. Per combattere l’insonnia, che spesso si accompagna agli stati di iper-affaticamento, ci si può aiutare con un po’ di movimento fisico (meglio se all’aria aperta) e con una corretta alimentazione.
I CIBI ANTI FATICA – La tavola può dare un aiuto prezioso per combattere la stanchezza: meglio limitare le sostanze eccitanti, come i troppi caffè e i superalcolici, gli zuccheri raffinati e i grassi, troppo laboriosi da digerire. Meglio una dieta ricca di vitamine, sali minerali e fibre.