E' il cardinal Gualtiero Bassetti il nuovo presidente della Cei

Nominato dal Papa nuovo presidente della stessa Conferenza dei vescovi italiani, è un pastore "sociale", al servizio degli "ultimi".

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L'arcivescovo di Perugia, cardinale Gualtiero Bassetti, è stato scelto dal Papa quale nuovo presidente della Cei al posto del cardinale Angelo Bagnasco. Considerato da tutti "amico" di Bergoglio, è nato il 7 aprile 1942 a Popolano, frazione del comune di Marradi, nel Fiorentino. Ordinato sacerdote il 29 giugno 1966, è diventato vescovo nel 1994, e nel 2009 papa Benedetto XVI lo ha nominato arcivescovo di Perugia. E' cardinale dal 12 gennaio 2014.

Nominato dal Papa nuovo presidente della stessa Conferenza dei vescovi italiani, è un pastore "sociale", al servizio degli "ultimi". Le sue radici affondano fra le montagne che dividono la Toscana e l'Emilia Romagna: nasce il 7 aprile 1942 a Popolano di Marradi, in provincia di Firenze ma nella diocesi di Faenza-Modigliana. Il 29 giugno 1966 viene ordinato presbitero. Il 3 luglio 1994 papa Giovanni Paolo II lo elegge vescovo di Massa Marittima-Piombino. Il 21 novembre 1998 viene eletto vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro.

Fin dal suo breve ma intenso episcopato al servizio della diocesi di Massa Marittima-Piombino - ricorda l'archidiocesi perugina - fu vicino alle famiglie dei minatori e dei lavoratori delle Acciaierie alle prese con una crisi difficile. A Perugia ha, fra l'altro, promosso il Fondo di solidarietà delle Chiese umbre per le famiglie in difficolta' a causa della crisi economica, e in meno di due anni nella diocesi sono nati quattro empori della solidarietà della Caritas.

Molto attento alla famiglia - "la 'Chiesa domestica', senza la quale la società non ha futuro" - il cardinale Bassetti e' stato chiamato da papa Francesco a far parte della XIV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi sulla Famiglia (4-25 ottobre 2015). Ha scritto le Meditazioni della Via Crucis presieduta da papa Francesco il Venerdì Santo 2016 al Colosseo, sviluppando il tema della sofferenza, delle persecuzioni e della tragedia delle migrazioni.

Nei numerosi messaggi che ha rivolto ai fedeli delle diocesi da lui guidate nei suoi oltre venti anni da vescovo - "in charitate fundati" è il motto del suo episcopato - si è soffermato spesso sulle morti nel lavoro e sulla crisi occupazionale, sulla politica che ha bisogno di un "sussulto profetico", sulla legalità nella gestione della cosa pubblica, sullo shopping domenicale che snatura il giorno del Signore, sulle "gravi piaghe sociali del nostro tempo", quali la prostituzione, il consumo di sostanze stupefacenti e di alcol, e il gioco d'azzardo.