Migranti, Ong: "Disposti a un maggiore controllo della Guardia Costiera"
Le organizzazioni non governative vogliono chiudere le polemiche che le hanno travolte. Medici senza frontiere: "Niente da nascondere, collaboriamo ma si mantenga la terzietà dei governi"
La commissione Difesa del Senato si appresta a proporre al governo una nuova "regolamentazione" rafforzata delle operazioni Sar (Ricerca e Salvataggio), che vede una possibile cooperazione più stringente tra le nove Ong impegnate e la Guardia Costiera. Le associazioni umanitarie non hanno niente da nascondere e sono propense ad altri controlli, purchè sia una collaborazione su base strettamente volontaria e si mantenga "indipendenza totale e riconoscibile" nelle operazioni, come afferma Marco Bertotto di Medici senza frontiere a La Stampa.
Se sarà una cooperazione più stringente dell'attuale con Guardia costiera, le Ong che fanno il Soccorso in mare
al largo della Libia sono più che disponibili a discuterne. Anche i
tre gruppi tedeschi impegnati al largo delle coste libiche "rispettano le regole e offrono la massima
trasparenza", come afferma
Ruben Neugebauer, uno dei dirigenti dell'ong
Sea Watch.
Medici senza frontiere è tra le associazioni più impegnate fin ora, con due grandi imbarcazioni di salvataggio. Segue poi
Moas, ong maltese attiva dal 2014 che vorrebbe aprire presto una sede a Roma per entrare tra le associazioni riconosciute. "Ci teniamo a precisare che per noi è imprescindibile la terzietà dei governi. Mai - continua Medici senza frontiere - confonderemmo il nostro intervento con quello di forze armate o di polizia".
Anche
Save the children e la spagnola
Proactiva Open Arms sono molto attive in mare. Le ong attualmente si coordinano con incontri operativi a Roma ogni 3-4 mesi, comunicazione della posizione con il trasponder, una mail ogni 4 ore e addirittura 2 durante la notte. La Guardia costiera conosce composizione e competenze degli equipaggi e caratteristiche delle navi.