Kasabian: "Il nostro antidoto alla crisi è un rock sincero che mette allegria"

E' uscito "For Crying Out Loud", sesto album della band di Leicester che questa volta punta tutto su chitarre e melodie travolgenti

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Puro rock'n'roll, per divertirsi e non pensare troppo. E' quello racchiuso in "For Crying Out Loud", nuovo album dei Kasabian, scritto e prodotto dalla mente creativa della band, Sergio Pizzorno Tante chitarre, un atteggiamento old style e poca voglia di essere impegnati. "Nel mondo e soprattutto in Europa c'è crisi - dice Pizzorno - così abbiamo voluto fare un disco di quelli che ti fanno sentire bene, un disco allegro, pieno di speranza e positività".

L’album è il seguito di " 48:13", del 2014, dove il gruppo aveva seguito una direzione più elettronica, avendo in qualche modo come stella polare gli anni 80. Questa volta è stato fatto un passo indietro di un decennio. "Le influenze che si trovano in questo disco arrivano dagli anni 70 - spiega Pizzorno -. Abbiamo tre elementi: il classic rock, il post punk e la musica disco. Però volevamo reinterpretare tutto questo alla nostra maniera rendendolo moderno".

Quello che è certo è il mood generale dell'album, che punta dritto alla pancia e al cuore dell'ascoltatore più che alla testa. "Volevamo fare un disco di quelli che ti fanno sentire bene, un disco allegro e felice, pieno di speranza e positività - continua il chitarrista -. Anche la struttura delle canzoni è la struttura classica delle canzoni con le quali si racconta una storia". Impegno e analisi politica per una volta sono banditi, come dimostra la risposta del cantante Tom Meighan quando gli si chiede un parere sulla Brexit ("Niente politica, vogliamo parlare del disco"). D'altronde a quello ci pensano altri... "In realtà non è che non l’abbiamo mai fatto di parlare dell’attualità - dice Pizzorno -. Per esempio nel disco precedente c’erano un paio di pezzi. Ma questo tipo di atteggiamento lo puoi riscontrare in tanti altri artisti e quindi il nostro contributo personale è invece portare della gioia alle persone, visto che ce n’è molta poca in Europa, e fare un bel disco rock".

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Se il concetto con cui l'album è stato realizzato è piuttosto old style, i Kasabian devono comunque fare i conti con il panorama musicale contemporaneo, dominato da streaming e playlist. Loro non sembrano preoccuparsene troppo. "Per noi non è cambiato nulla - afferma il chitarrista -. So che dovremmo pensare più in termini di playlist ma non ce la facciamo. Secondo me il disco è una forma d’arte che va presa nel suo insieme. Se penso ai dischi che mi hanno formato penso alla loro interezza non a una serie di singoli sparsi. Quando ascolti un album ti ricordi com’eri tu in quel momento, in che fase della carriera era la band".

E per la musica odierna (almeno per larga parte di essa) non hanno che parole buone... "La musica di oggi, quella che cavalca le classifica, viene scritta in riunioni d’azienda: si trovano dodici autori e pensano a come scrivere un brano che possa piacere a determinati target di pubblico. Non c’è cuore e nemmeno anima - sottolinea Pizzorno -. Il nostro invece è un disco vero, sentito. E’ roba seria. Quando c’è il cuore c’è tutto". Quindi si sentono un po' dei sopravvissuti del rock? "E' vero - dicono -. Molte delle band rock emerse negli anni 90 sono estinte. Noi ce l’abbiamo fatta perché siamo bravi". E tanti saluti alla falsa modestia.

I Kasabian saranno in tour in Italia il 19 luglio, Teatro Antico Taormina, 21 luglio, PostePay Sound Rock’in Roma Ippodromo delle Capannelle (Roma), 22 luglio, all’Anfiteatro Camerini, Piazzola sul Brenta (Pd), 23 luglio al Lucca Summer Festival Piazza Napoleone, Lucca, per tornare poi il 3 novembre per una data al Forum di Assago.