Trieste, niente iscrizione a scuola senza vaccini: il Consiglio di Stato dà l'ok

E' stato respinto il ricorso di due genitori che ritenevano illegittimo il provvedimento introdotto dal Comune a novembre

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Vaccini obbligatori per chi vuole iscrivere i figli ai nidi o alle scuole d'infanzia? Per il Consiglio di Stato il provvedimento introdotto dal Comune di Trieste a novembre è legittimo. Lo ha affermato respingendo la richiesta di due famiglie triestine contro il Comune. La sentenza arriva dopo un pronunciamento analogo del Tar del Friuli Venezia Giulia, a gennaio.

Il Tar aveva confermato la validità della delibera del Consiglio Comunale di Trieste, mentre la suprema magistratura amministrativa ha intanto negato l'istanza di sospensiva della sentenza di primo grado, con un'ordinanza emessa 24 ore dopo l'udienza e che, secondo l'amministrazione locale, fa "ben sperare" per il pronunciamento definitivo.

L'assessore comunale all'educazione, Angela Brandi, ha in particolare sottolineato che anche i giudici di secondo grado ribadiscono quel che il Tar aveva stabilito, che cioè la tutela della salute in età prescolare prevale sulle responsabilità genitoriali. Nei giorni scorsi era stata rigettata, nell'ambito della stessa istanza, anche la richiesta di un decreto cautelare del giudice monocratico.

Nell'ordinanza i giudici ritengono che l'ordinanza resiste alle censure degli appellanti perché "coerente" con la legislazione italiana in materia di vaccini e perché non confligge con i principi di precauzione e proporzionalità in materia di salute. "Siamo un caso-pilota - ha commentato Brandi - e agiamo nell'unico interesse della tutela della salute pubblica, soprattutto in questi tempi di polemiche e confusione su questo tema. Il fatto che il pronunciamento sia giunto a 24 ore dall'udienza vuol dire che c'è grande attenzione su questo tema. Questo ci consente anche di andare avanti con il procedimento per la formazione delle graduatorie definitive dei nidi e delle scuole dell'infanzia, previste per il 28 aprile, e che rischiavano di venire bloccate".