Maturità 2021, il ministro Bianchi conferma il maxi-orale: 1 maturando su 2 è d’accordo 

Per avere l’ufficialità sulla struttura del prossimo esame di Stato manca solo il parere del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Una decisione che incontra il favore degli studenti. Ma non mancano le voci contrarie

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L'attesissima ordinanza che mette nero su bianco il funzionamento della Maturità 2021 è pronta e sarà inviata lunedì al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione per il parere che deve precedere la sua emanazione. Un passaggio obbligato ma non vincolante, per cui non dovrebbero esserci sostanziali modifiche tra i contenuti delle ordinanze anticipati oggi dal Ministero e quelli che leggeremo nei documenti ufficiali tra qualche giorno. Anche quest'anno, a causa della pandemia e di una situazione che continua a essere critica, si è scelta la formula ridotta già vista nel 2020: niente scritti ma un'unica prova orale. Si inizierà con l'elaborato sulle materie di indirizzo e si continuerà con l'analisi di un testo di Italiano, per poi passare alle altre domande sui programmi delle varie materie e alla discussione delle esperienze in ambito PCTO (ex alternanza scuola-lavoro). Per quanto riguarda il voto finale, di nuovo il percorso scolastico ‘peserà’ fino a 60 punti, mentre la prova d'esame potrà far ottenere un massimo di 40 punti (per arrivare a 100/100 complessivi (eventualmente con lode). La commissione sarà ancora tutta composta dai membri interni (tranne il Presidente, esterno). Confermato pure l'inizio delle prove, dal 16 giugno. L’ammissione, invece, dovrà essere deliberata dal Consiglio di classe: non ci sarà più quindi il ‘tutti ammessi’ di un anno fa. 

Come sarà la Maturità 2021

Ecco, in estrema sintesi, cosa stabilisce l'ordinanza tracciata dal ministero dell’Istruzione sul funzionamento della prova:

  • Come detto, l’esame prevede un colloquio orale, a partire dalla presentazione di un elaborato che sarà assegnato dai Consigli di classe, sulla base del percorso svolto. L’elaborato riguarderà le discipline caratterizzanti l’indirizzo di studi, che potranno essere integrate anche con apporti di altre discipline, esperienze relative ai Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento o competenze individuali presenti nel curriculum dello studente. 
  • Dopo la discussione dell’elaborato, la prova orale proseguirà con l’analisi di un testo già oggetto di studio nell’ambito dell’insegnamento della lingua e letteratura italiana. Saranno poi analizzati dei materiali (un testo, un documento, un problema, un progetto) predisposti dalla commissione. All’interno dell’elaborato o nel corso del colloquio saranno esposte le esperienze svolte nei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento. Nella conduzione dei colloqui si terrà conto delle informazioni contenute nel curriculum dello studente, che comprende il percorso scolastico, ma anche le attività effettuate in altri ambiti, come sport, volontariato, attività culturali.
  • L’argomento dell’elaborato sarà assegnato a ciascuna studentessa e a ciascuno studente entro il prossimo 30 aprile dal Consiglio di classe e dovrà essere consegnato all’insegnante di riferimento entro il 31 maggio. L’elaborato potrà avere la forma più varia, in modo da tenere conto della specificità dei diversi indirizzi di studio, della progettualità delle istituzioni scolastiche e delle caratteristiche della studentessa o dello studente in modo da valorizzare le peculiarità e il percorso personalizzato compiuto. 
  • Come per gli esami conclusivi del primo ciclo, la partecipazione alle prove nazionali Invalsi - che comunque si terranno - non sarà requisito di accesso, e saranno le istituzioni scolastiche a stabilire eventuali deroghe al requisito della frequenza, previsto per i tre quarti dell’orario individuale. Si deroga anche al monte orario previsto per i Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, che non rappresenta un requisito di accesso.

Maturità 2021, cosa ne pensano i maturandi?

Ma, in attesa del parere del CSPI, gli studenti si sono già espressi. A raccogliere la loro voce il portale Skuola.net, con un sondaggio che ha coinvolto 1.500 maturandi. Che in larga parte approvano il “pacchetto Bianchi” per la Maturità 2021. La decisione, ad esempio, di replicare la soluzione d'emergenza individuata lo scorso anno piace al 50% dei ragazzi di quinto superiore. Solo 1 su 10 avrebbe preferito un ritorno all'esame classico (due scritti più l'orale breve).

Se il via libera dei maturandi c'è, non si tratta tuttavia di un plebiscito. Persiste, infatti, un'ampia fetta di studenti che ha un atteggiamento scettico addirittura sull'opportunità di farlo svolgere l'esame di Stato. Quasi 1 su 2 lo avrebbe cancellato. Non tanto per ragioni sanitarie (tesi sposata dal 7% dei contrari) quanto per l'impossibilità di essere preparati adeguatamente a un passaggio del genere dopo oltre un anno di didattica a distanza (la pensa così il 47% di chi boccia la Maturità 2021); con il 27% che invece ritiene che non serva una prova finale per valutare quanto fatto negli ultimi cinque anni. Una schiera, quella dei 'NoMat' che nel frattempo si ingrossa di giorno in giorno: la petizione online più consistente lanciata su Change.org ha già superato le 60mila firme.

“In realtà la volontà dei maturandi di non sostenere l’esame non dovrebbe essere vista solo come un atto di tipica contestazione studentesca - commenta Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net -  anzi forse è lucida lettura di cosa ormai la Maturità sia diventata: un vuoto rito di passaggio invece che una vera e propria prova di valutazione. Spesso il punteggio con cui ci si diploma è una mera conferma della media finale, espressa in centesimi invece che in decimi. Fatta questa premessa, una formula come quella del 2020 lascia agli studenti la possibilità, o la difficoltà, di cimentarsi con un esame che sia lo specchio del loro percorso di studi, per forza di cose estremamente eterogeneo. Per questo il maxi orale, con la commissione interna, appaiono l'unico strumento per adattare l'esame al percorso di ogni classe. La vera novità sarebbe stata abolirla, la Maturità. Ma non è un'opzione di cui dispone il ministro dell’Istruzione, serve una legge approvata dal Parlamento”.

Tornando all’esame, se proprio deve esserci, i ragazzi appoggiano la ferma volontà del MI di farlo svolgere in presenza: il 51% è d'accordo; va però detto che 1 su 3 preferirebbe l'esame 'a distanza'. Tendenziale apprezzamento pure per il timing di partenza dell'esame, confermato subito dopo la metà di giugno, anche se gli altri studenti dovessero andare a scuola per tutto giugno (ipotesi su cui il Ministero sta ragionando in questi giorni): 3 su 4, infatti, non avrebbero preso bene uno spostamento al mese di luglio. Bene anche il punteggio: il 45% concorda sull'attribuire massimo 40 crediti alla prova finale (e non 60 come previsto dalla normativa generale sugli esami di Stato), dando maggior peso al curriculum scolastico; anzi, 1 su 3 avrebbe valorizzato ancora di più quest'ultimo dato. Meno sorrisi invece per il principale cambiamento rispetto al 2020: il ritorno, seppur non così rigoroso, dello sbarramento di fine anno; perché il 52% avrebbe preferito di nuovo il 'tutti ammessi'.

Le parole del ministro Bianchi

Anche il ministro Bianchi, però, ha voluto commentare la sua scelta: “L’esame - sostiene - consentirà alle studentesse e agli studenti di esprimere quanto maturato nel corso dei loro anni di studio. Attraverso il loro elaborato, che potrà essere un testo, ma anche una prova pratica o un prodotto multimediale, potranno dimostrare ciò che hanno appreso e compreso, la loro capacità di pensiero critico e di esprimersi. L’esame deve essere concepito come il diritto di tutte le studentesse e tutti gli studenti ad essere valutati sulla base delle attività scolastiche svolte nell’arco di tutto il loro percorso. Tenendo conto delle difficoltà vissute durante l’emergenza sanitaria”.