Bullismo a scuola, il Ministero dell'Istruzione condannato a risarcire il danno morale allo studente-vittima
Nella sentenza 1087/2020 il Tribunale di Reggio Calabria ritiene il Miur colpevole di mancanza di sorveglia: gli insegnanti non notarono le lesioni e quegli atti determinarono nel tempo disturbi alimentari
A risarcire il danno morale causato da un gruppo di bulli su uno studente di terza media sarà direttamente il Miur, il Ministero dell'Istruzione. Lo ha deciso il Tribunale di Reggio Calabria con la sentenza 1087/2020. Il giudice ha riconosciuto alla vittima le conseguenze a lungo termine di quelle violenze, come i disturbi alimentari che portarono il 13enne a pesare 100 chili, e la mancanza di sorveglianza da parte di insegnanti e personale scolastico. Danno quantificato in oltre 20mila euro. In un episodio, in particolare, la vittima fu picchiata in bagno durante la ricreazione, ma i docenti non notarono le lesioni che riportò e non denunciarono l'accaduto.
Ribaltate le conclusioni del ctu - Ritenute fondamentali le testimonianza dei compagni di classe, che raccontarono quanto avveniva durante la ricreazione, quando insegnanti e collaboratori scolastici prendevano il caffè in presidenza.
In una delle aggressioni subite, la vittima fu addirittura minacciata con un coltello e preso a pugni e calci in bagno, riportando segni evidenti sul volto. Ma, una volta in classe, nessuno si accorse di quanto accaduto allo studente.
Gli insegnanti si erano difesi sostenendo che i lividi non fossero visibili e che non potevano entrare nel bagno degli alunni, mentre i compagni si erano schierati davanti al giudice a difesa del 13enne vittima dei bulli. Disattese anche le conclusioni del consulente tecnico d’ufficio che aveva considerato di "lieve entità" gli effetti nel tempo delle vessazioni subite.
Il risarcimento - Così, nella sentenza, si è tenuto conto non solo del danno fisico ma anche delle conseguenze interiori causate dagli atti di bullismo. Il Ministero dell'Istruzione, ritenuto civilmente responsabile ex art. 2048 c.c. dell’illecito commesso dai suoi preposti per la violazione dell’obbligo di vigilanza sulla sicurezza e sull’incolumità dell’allievo nel tempo in cui fruisce della prestazione scolastica, dovrà pagare 22.400 euro, oltre ad “interessi e rivalutazione sulla suddetta somma dal dovuto al soddisfo” e al rimborso delle spese mediche.