Covid-19: tra professori, presidi e personale Ata ben 4 su 10 non vogliono vaccinarsi

Quanti sono gli insegnanti e gli operatori della scuola favorevoli a farsi vaccinare non appena possibile? Poco più della metà: a remare contro oltre il 40%. Alla fine potrebbe essere di almeno 300mila unità la quota di personale scettico

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Il vaccino contro il Covid-19 è da molti, studiosi e non, considerato l’unico mezzo per uscire in fretta dalla situazione pandemica che ha stretto il mondo intero dall’inizio del 2020. Ma quanti sono realmente disposti a farsi vaccinare in Italia? Non tantissimi, perlomeno tra quelli che gravitano attorno all'universo scuola, tra i più penalizzati dal virus. Infatti, secondo un sondaggio realizzato da Tecnica della Scuola su un campione di 2.600 partecipanti - tra insegnanti, presidi e personale Ata - sarebbero oltre 1000, più di 4 su 10, coloro che hanno dichiarato di non essere intenzionati a sottoporsi subito alla vaccinazione, proprio mentre i centri di Ricerca stanno accelerando per fornirlo il prima possibile alla popolazione. Una situazione che, qualora si verificasse realmente, porterebbe non pochi problemi anche alla pianificazione della somministrazione, visto che il commissario straordinario Domenico Arcuri ha recentemente assicurato che i docenti avranno la priorità nella distribuzione dell’atteso vaccino. Ma, ancora più interessanti, sono gli effetti che un'astensione così massiccia potrebbe produrre. Così come sintetizzato dal portale Skuola.net.

Vaccino anti-Covid: buona parte del mondo scuola non lo farebbe

Se i numeri riportati dal sondaggio si dovessero confermare su scala nazionale, sarebbero almeno 300mila (su circa 850mila attualmente in servizio) gli insegnanti a volere rinunciare all'opportunità. I dati elaborati e raccolti dalla ricerca parlano chiaro: solo il 43,2% del campione (insegnanti, presidi e personale Ata) ha dichiarato l’intenzione di sottoporsi al vaccino, a fronte di un 40,7% che ha detto di non volerlo fare e di un buon 16% che non è ancora convinto. Inoltre, va sottolineato come come solo 1 intervistato su 3 si dice d’accordo con la somministrazione obbligatoria del test: è il 33% del campione che vorrebbe una vaccinazione imposta, mentre il 31,9% lo preferirebbe facoltativo.

Corsa al vaccino: ma è davvero atteso?

Sebbene, dunque, il Governo stia operando senza sosta una corsa contro il tempo, con tanto di piano strategico, per avviare una campagna di vaccinazioni senza precedenti, così da ridurre al minimo i contagi da Covid-19, sembrerebbe che non tutti sono propriamente in attesa che la somministrazione inizi, anche tra la classe docente, nonostante questa sia considerata una delle categorie più esposte al contagio. Infatti, andando ad analizzare ulteriormente i dati sopracitati, si scopre anche che circa l’80% delle persone intervistate dal sondaggio sono proprio docenti (il 64,8% sono insegnanti, il 13,3% sono insegnanti e al tempo stesso genitori) e poi sono presenti una parte di Ata e dirigenti scolastici, che ovviamente operano sempre nella scuola. Ma non finisce qui: dalla ricerca emerge anche che esiste una minima parte, il 7%, contraria alle vaccinazioni. Infine, vi è un buon 28,1% di soggetti che non si fida di questo “antidoto”, nonostante le rassicurazioni che provengono dal fronte degli esperti. Ovviamente, come anche ribadito dalla ricerca stessa, 2.600 votanti sono un numero che non ha valore statistico assoluto, tuttavia possono rappresentare un campanello d’allarme, suggerendo che l’obiettivo dell’immunità di gregge, almeno nel mondo scolastico, è ancora lontano.