Manovra, accordo di massima in maggioranza su aiuti anti-Covid, ammortizzatori e cartelle

L'intesa, ancora piuttosto fragile, prevede anche la possibilità di spacchettare gli interventi per poter anticipare la cassa Covid, prorogandola fino alla fine dell'anno

IPA

La maggioranza pare aver raggiunto un (fragile) accordo di massima sulla manovra, soprattutto per quanto riguarda aiuti anti-crisi, ammortizzatori e cartelle esattoriali. L'intervento potrebbe essere spacchettato, per poter anticipare, già da subito, la proroga della cassa Covid fino alla fine dell'anno. Mentre sulle cartelle esattoriali, che verranno inviate da lunedì, il compromesso sarebbe quello di non procedere a pignoramenti e ingiunzioni.

Italia Viva, da parte sua, insiste con lo stop a plastic e sugar tax perché "sarebbe senza senso" in un momento come questo introdurre "nuove tasse". Le due misure sono state in realtà molto ridimensionate rispetto ai progetti originari e valgono poche centinaia di milioni. Ma il punto rimane "dirimente", ripetono i renziani: "o le tolgono o noi il dpb non lo votiamo".

I 5 Stelle incassano invece la soluzione sulle cartelle, anche se premevano come Iv per la proroga della moratoria, e si dovranno accontentare della sospensione delle procedure esecutive fino alla fine dell'anno. Ma chiedono anche un "corposo" fondo anti-Covid, da tenere a disposizione per i prossimi mesi in caso di nuove emergenze, e da utilizzare, come ha spiegato il viceministro all'Economia Laura Castelli, "per tutelare i settori produttivi e per le spese sanitarie che si renderanno necessarie".

A preoccupare sono però le ipotesi di nuove chiusure per contenere il virus e l'impatto su settori già in ginocchio per la crisi. Alberghi, settore turistico, bar, ristoranti, spettacolo, sono in cima alla lista dei più colpiti e per loro, ma anche per artigiani e commercianti, insieme a ammortizzatori e indennità, si sta profilando un nuovo intervento a fondo perduto, sulla falsariga di quello erogato in estate dall'Agenzia delle Entrate, con una dote di 3 miliardi.

Sempre 3 miliardi saranno i fondi che saranno stanziati con la manovra per l'assegno unico, e che si aggiungeranno al riordino degli attuali sussidi per la famiglia: il nuovo assegno universale per i figli, è l'intesa, partirà dal 1° luglio, e a regime sarà finanziato con 6 miliardi aggiuntivi. Tutti d'accordo anche sulla copertura strutturale (servono circa 2 miliardi) per il taglio del cuneo fiscale in busta paga anche
per i redditi tra 28mila e 40mila euro, così come per la stabilizzazione del taglio del 30% dei contributi per i dipendenti delle imprese nel Mezzogiorno, che si affiancheranno a un nuovo piano di decontribuzione per le assunzioni stabili di giovani e donne.

Sugli ammortizzatori invece ci sarà uno schema in due atti: subito un decreto legge per dare copertura a chi dovesse esaurire la cassa Covid già da metà novembre. Poi, in legge di Bilancio, si dovrebbero prevedere altre 18 settimane, da utilizzare nel 2021, che potranno richiedere anche le imprese che finora non hanno usufruito degli ammortizzatori di emergenza, e che si applicheranno con il meccanismo attuale, che prevede la gratuità dello strumento per le imprese che abbiano registrato perdite oltre il 20%. La soluzione è stata illustrata dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e dal ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, in un lungo incontro con i sindacati. Un nuovo appuntamento è previsto per mercoledì.

I sindacati: bene la proroga della cassa Covid, ma non è sufficiente La proroga della cassa-Covid fino a fine anno è "un fatto positivo", ma secondo Cgil, Cisl e Uil "non è sufficiente". I sindacati chiedono che "sin che dura questa straordinaria condizione di crisi sanitaria" così come vengono "prorogati i sostegni alle imprese e all'economia", debba esserci anche "la proroga della cassa Covid e del blocco dei licenziamenti e delle tutele".

Protesta dei lavoratori dello spettacolo: 500 bauli in Piazza Duomo

1 di 19
2 di 19
3 di 19
4 di 19
5 di 19
6 di 19
7 di 19
8 di 19
9 di 19
10 di 19
11 di 19
12 di 19
13 di 19
14 di 19
15 di 19
16 di 19
17 di 19
18 di 19
19 di 19
Dal facchino all'imprenditore, 500 rappresentanti del mondo degli eventi sono scesi in piazza Duomo, a Milano, riempiendola di bauli, quegli stessi "flightcase" che ogni giorno accompagnano coloro che lavorano nel settore, divenuti negli ultimi mesi simbolo di una mobilitazione internazionale che ora è arrivata anche in Italia. A organizzare l'appuntamento 'Bauli in piazza', l'associazione culturale senza scopo di lucro Bip, di cui fa parte Fabio Pazzini, event manager e direttore di produzione: "come molti colleghi sono fermo da febbraio, c'è qualcuno che lavoricchia, ma sono cose molto piccole perché in questo momento non c'è sostenibilità economica, tutti gli eventi estivi sono stati finanziati da enti pubblici, noi abbiamo riunito in piazza tutti i lavoratori e le rappresentanze delle imprese che lavorano nel settore, dai promoter di eventi e concerti ai service audio-luci perché è importante dimostrare alla politica che esiste un settore unito che chiede con un'unica voce una sola cosa:  poter ripartire e guadagnarci da soli il pane quotidiano". Ma come fare? "Sono da rivedere - dice Pazzini - le regole in essere, è fondamentale che siano chiare e uniformi a livello nazionale, perché con regole lasche e lasciate all'arbitrio dei vari enti locali non ci può essere programmazione".